Una polemica strumentale, attaccare la nuova Unità Contrasto Stupefacenti della polizia locale, unità composta da cinque agenti specializzati nel contrasto al piccolo spaccio, «è ideologico». Ieri il consigliere comunale di Sel Luca Gibillini, il collega del Pd Carlo Monguzzi e il presidente del consiglio comunale della sinistra radicale Basilio Rizzo avevano criticato la costituzione dei questo nucleo, che sta sotto il cappello del servizio informativo operativo.
«I vigili si occupino di dirigere il traffico, di automobili, per combattere lo spaccio ci sono le forze dell'ordine» la posizione di Monguzzi. «Abbiamo chiesto a lungo che si abolissero i nuclei in passato si occupavano di ordine pubblico. Ancora oggi - continua Gibillini - rimango dell'idea che i vigili debbano fare i vigili e polizia e carabinieri polizia e carabinieri».
Una polemica che ha il sapore dell'ideologia per il segretario regionale del Sulpm Daniele Vincini: «Non si dica che si sottraggono forze dalla strada perché cinque uomini si dedicano al contrasto del piccolo spaccio. Questa attività ci è stata richiesta in particolare da scuole e parrocchie per difendere i ragazzi, che sono le prime vittime del piccolo spaccio. Inoltre questi agenti lavorano in borghese. E cinque unità, che tra l'altro prestano servizio per le strade, non vanno certo a inficiare l'equilibrio del corpo, formato da 3080 agenti». Se le esigenze della città sono quelle di una maggior presenza sulle strade, il ragionamento del sindacato dei ghisa si possono reperire agenti dai 480 «servizi condizionati» ovvero agenti che prestano servizio in ufficio a causa di incarichi condizionati dalla loro situazione di salute, per esempio, o dai 100 ghisa che lavorano per la Procura.
Ma sulla bontà del lavoro svolto dai colleghi non ci sono dubbi.
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