Alberto Giannoni
Vigili di zona a macchia di leopardo, telecamere osservate in tempo reale, soldati «arruolati» in città e nuovi agenti della polizia locale da assumere nei prossimi mesi. Il piano sicurezza di Palazzo Marino è praticamente fatto. L'assessore Carmela Rozza lo ha delineato ieri nel corso dell'audizione che le ha riservato la commissione Sicurezza per la sua prima seduta, convocata con colpevole ritardo per i consiglieri dei centrodestra: «Scandaloso che sia passato tutto questo tempo» ha attaccato la consigliera comunale di Forza Italia Silvia Sardone, prima di alzarsi e abbandonare l'aula per protesta. L'assessore è arrivato in commissione dopo aver (quasi) finito il suo tour dei municipi, con otto assemblee nei quartieri, celebrate per raccogliere segnalazioni, suggerimenti e contributi di cittadini, comitati e consiglieri municipali (manca solo il municipio 2, in programma il 10 novembre, poi l'assessore ha promesso incontri trimestrali con i cittadini e un tavolo mensile con i presidenti di municipio o i colleghi assessori delle Zone). La domanda di sicurezza che arriva dai quartieri, Rozza lo ha registrato, si traduce soprattutto in una richiesta: divise per strada, siano esse di agenti o militari.
Il primo nodo sono, come noto, i vigili di quartiere. Oggi sono 300-320: «Insufficienti come sempre - ha ammesso Rozza - per essere spalmati negli 82 sotto quartieri su due turni almeno. I numeri non ci sono - ha spiegato - quindi in accordo stabiliamo quali sono le aree che hanno bisogno di una presenza costante». L'idea, già esposta, è quella di utilizzare maggiormente le associazioni di volontari per presidiare l'entrata-uscita delle scuole, liberando in parte i «ghisa» da quella che oggi è una delle incombenze maggiori. Gli agenti saranno poi destinati, in pattuglie di cinque su due turni, alle aree che di volta in volta richiedono più attenzioni, a rotazione. Oggi, per esempio, si partirebbe con via Gola, Rogoredo, Corvetto, via Padova e San Siro piazza Selinunte. Uno dei problemi della polizia locale, come detto, è la carenza di personale. I vigili non sono abbastanza a giudizio della giunta. Inoltre l'età media del corpo milanese è piuttosto alta (50 anni). Il sindaco, Beppe Sala, ha chiesto al governo di poter operare un turn over totale, in deroga alle norme che regolano oggi il blocco parziale delle assunzioni. Rozza intanto intende destinare 450 vigili con limiti di servizio a monitorare le telecamere in tempo reale, quindi non solo per ricostruire ex post vicende già accadute. Obiettivo è riaprire la centrale operativa di via Drago. Le telecamere a Milano oggi sono 2mila, molte delle quali inadeguate (immagini inutilizzabili col buio). I vigili assunti saranno circa 75 (compresi i 33 precari del 2015), subito 54 poi altri 20-22. Intanto, via coi tagli ai presìdi locali (tranne Ortomercato e Linate) e con gli accorpamenti. Divise in arrivo anche quelle dei militari: il Comune punta a ereditare le aliquote dell'esercito oggi impegnate a Roma per il Giubileo. E su questo ritorno dei militari, il centrodestra ci sguazza: «Sono quelli che avete mandato via nel 2011» dicono dall'opposizione.
Fra le emergenze, il municipio più critico è il 4.
Priorità assoluta a Rogoredo, con una piazza dello spaccio da 30mila euro al giorno. E l'assessore ha lanciato un allarme: «È un momento di grande marketing, stanno cercando di creare un nuovo mercato dell'eroina. E se arriviamo a una dose depotenziata da 5 euro vuol dire che si punta sui minori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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