Francesco Sicignano, candidato con Forza Italia, ci racconta la notte che le ha cambiato la vita?
«Era una notte dell'ottobre 2015 all'una e dieci. Devo ringraziare se sono qui a parlarne. Mia moglie aveva preparato la caffettiera per il giorno dopo. L'ho messa sul davanzale della finestra, non l'avevo mai fatto. Entrando, il ladro l'ha fatta cadere. Ho sentito il rumore, mi sono alzato di scatto, armato, ho visto una sagoma che mi veniva contro, non c'era la luna, era buio. Mi chiedo sempre perché ho messo la caffettiera sulla finestra...».
Dopo la morte del 22enne albanese Gjergji Gjonj, si è mai pentito di aver deciso di sparare?
«Che cosa fa in quel momento lì un padre di famiglia? Io sono sicuro che sia il suo sacrosanto diritto difendere la famiglia. Io e mia moglie abbiamo lavorato tutta la vita per costruire la nostra villetta. Non avevo mai sparato un colpo e avevo la pistola dagli anni 90. Sono dispiaciuto per il ragazzo di 22 anni che è morto ma in quella situazione lì non avevo altra scelta. Non posso nemmeno dire di aver deciso».
In che senso dice di non aver deciso?
«Se ti alzi di scatto di notte, hai un'adrenalina che non hai idea, non sei più te stesso, ragioni con l'istinto, non con il cervello. Questo fatto mi ha rovinato la vita. Mi dispiace perché anche la famiglia del ragazzo albanese ne soffre, è un trauma grande per loro. Ma non potevo fare altro».
Come ha maturato la scelta di dedicarsi alla politica?
«La decisione è nata quella sera maledetta. È un evento che non si cancellerà mai dalla mente. Io, mia moglie, mio figlio, mio nipote, la nuora, viviamo ancora nella paura. La sera guardiamo se c'è un'ombra, una macchina, due persone. Questa non è vita. Con la paura non c'è libertà. Però ho capito che tutto questo può servire agli altri, per evitare ad altre persone vivano quel che ho vissuto io».
Come pensa che si possa rendere più sicura la vita dei cittadini e anche evitare che si ripetano simili tragedie?
«Servono pene certe, aumenti di pena, più controlli. Poi bisogna anche che le forze dell'ordine siano aiutate: sono state moltissimo accanto a me, ma sono malpagate e non hanno rispetto. Giù a Montecitorio mangiano bene, spigole a trofie a pochi euro, ai carabinieri danno un buono pasto di due euro e quaranta che non basta per fare nulla. Non è giusto».
Qual è il suo progetto nel cassetto per Milano?
«Creare nell'area Expo Milano Parcolandia, sul
modello di Disneyland Parigi, che è una delle prime aziende francesi, con un fatturato fuori dalla norma. Sa che cosa vuol dire Milano Parcolandia? Alberghi bar ristoranti musei sempre pieni. Questo si chiama fare economia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.