Voli fantasma e denunce: a Bresso c'è aria di manette

Voli fantasma e denunce: a Bresso c'è aria di manette

Aerei che arrivano spegnendo i meccanismi di rilevamento. Proprietà pubbliche gestite come fossero private e senza grande trasparenza. Concessioni rilasciate con troppa liberalità. Gesti in stile mafioso. Sono solo alcune delle amenità riportate a proposito dell'aeroporto di Bresso da una pila di denunce e segnalazioni alte come una torre di controllo. Si è partiti da semplici divergenze su come gestire un club di appassionati dell'aria e si è arrivati ai tribunali. Il pubblico ministero Tiziana Siciliano è uno dei segugi che ha acceso i radar sullo scalo milanese. E le Fiamme Gialle hanno già visitato gli uffici dell'Ente nazionale per l'aviazione civile. L'ente statale pare proprio aver perso il polso della situazione e rilascia solo una risposta tra l'ufficiale e l'imbarazzato: «Dato che ci sono indagini in corso, possiamo solo riferire che le strutture Enac hanno fornito agli inquirenti tutto il supporto richiesto e si sono rese disponibili per ogni ulteriore approfondimento fosse ritenuto necessario. In ogni caso, sono state date indicazioni alle Direzioni Aeroportuali per il puntuale rispetto della normativa comunitaria e nazionale». Fine dunque delle assegnazioni dirette, si torna a applicare scrupolosamente le regole. Anzi il direttore generale Alessio Quaranta ha diramato una nota datata 18 giugno 2014 in cui specifica che «alla luce altresì delle recenti indagini della Procura di Milano sulle procedure di rilascio delle concessioni aeroportuali sullo scalo di Bresso, mi corre ribadire quanto già espresso in corso di riunione rammentando, preventivamente, che una direttiva data dal direttore generale, ancorchè espressa in forma orale, è disposizione a cui tutti i direttori hanno obbligo di attenersi». Della serie: anche se non l'ho scritto l'ho detto. Una precisazione che suona come una presa di distanza dalla prevedibile tempesta in arrivo. Negli ultimi anni infatti è successo di tutto a vedere le denunce. È cominciato tutto con una spaccatura all'interno dell'Aero Club Milano: in breve alcuni soci sono fuoriusciti ed è nato l'Aero club Bresso. Il nuovo gruppo ha chiesto e ottenuto dall'Enac degli spazi nell'hangar principale a inizio 2013, ma agli ex amici non è piaciuto. È arrivato un ricorso al Tar contro l'assegnazione, ma è stato il classico caso in cui si sarebbe rimediata una miglior figura a stare zitti: nella sentenza, depositata a marzo 2014, i giudici hanno sottolineato che era l'Aero Club Milano ad aver utilizzato senza titolo quegli spazi all'interno dell'hangar dal 2009. Nel frattempo nell'aprile 2013 è anche accaduto un fatto che ricorda più le cronache di certe località del Sud Italia che quella della provincia milanese: nella notte quattro aerei nell'hangar in questione vengono fatti a pezzi. E vengono scelti proprio gli aerei degli «scissionisti». E siamo solo a uno dei tanti episodi segnalati alle autorità.

Un altro, quantomeno singolare, è l'atterraggio di un aereo nel giorno di chiusura dell'aeroporto: chi o cosa trasportasse resta un mistero. Ma in molti vorrebbero saperlo. Intanto delle licenze dell'Aero Club Milano sono scadute, anche se la questione è ancora in ballo con il Tar. Ma prima o poi, arriveranno anche gli inquirenti a chiarire tutto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica