In volo a Tozeur, il deserto è più vicino

La Tunisia punta sul turismo dal Nord: viaggi, cultura ed escursioni tra le dune

In volo a Tozeur, il deserto è più vicino

Arrivano i voli per Tozeur. Il governo di Tunisi sta lavorando per stabilire collegamenti aerei fra Milano e una perla del deserto tunisino, nota in Italia anche per la famosa canzone di Franco Battiato che evoca miraggi e suggestioni esotiche.

È molto più che un sogno, per la Tunisia, lo sviluppo di un turismo del deserto in grado di attrarre visitatori in particolare dall'Europa e dal Nord Italia. Il progetto è stato illustrato due giorni fa dal ministro del Turismo, René Trabelsi, che è anche un imprenditore del settore.

Il volo per Tozeur - attivato dalla compagnia di bandiera Tunisair - sarà presto una delle tessere centrali di questo mosaico, che è già in grado di attrarre, verso la storica capitale del datteri, investimenti rilevanti. Nella regione, a 400 chilometri da Tunisi, è già in stato avanzato l'apertura di un villaggio Anantara, un grande complesso su cui i qatarioti hanno investito circa 50 milioni di euro. E alle porte del Sahara sta per aprire anche il terzo hotel della catena Residence, proprietà di un fondo di Singapore.

Le dune della Tunisia, d'altra parte, sono già state scelte da grandi produzioni cinematografiche per girare film ad altissimo budget come Star wars, Mission o il Paziente inglese.

A queste latitudini, i motivi tradizionali della civiltà arabo islamica si fondono con le bellezze del paesaggio sahariano, e con nuovi servizi turistici. Oltre alle escursioni con guide berbere fra oasi, cascate e laghi salati, dunque, spazio ai campi da golf, ai parchi per arrampicate, ai percorsi per moto da enduro o fuoristrada. Mutuando quel che da tempo avviene sulle coste, si punta a un target medio-alto con un'offerta posizionata su standard internazionali a prezzi contenuti.

Inutile dire che alla scommessa del turismo sono legate molte delle chance di sviluppo economico della Tunisia. E uno sviluppo più diffuso, che superi i cronici problemi di disoccupazione e marginalità sociale, è una condizione per il consolidarsi della giovane democrazia tunisina. Pochi giorni fa nel Paese si è votato per il primo turno delle elezioni presidenziali e il responso uscito dalle urne ha premiato gli outsider, in grado di raccogliere un vasto voto di protesta e malcontento. Al contempo, è stato sonoramente bocciato il partito islamista, che aveva portato il candidato presidente, Abdel Mourou, a fare campagna elettorale anche a Milano, fra i concittadini all'estero. A breve saranno celebrati il secondo turno delle presidenziali e le elezioni legislative. I tunisini, in questi giorni, mostrano grande orgoglio per questa prova elettorale che ha superato senza intoppi un passaggio delicato apertosi con la morte a luglio del presidente Beji Caid Essebsi. «La Tunisia ha dato una lezione al mondo, non ci saranno passi indietro» ha garantito Trabelsi, che come esponente della comunità ebraica di Djerba è anche personalmente un simbolo della miracolosa forza con cui la Tunisia resiste ai venti tribali dell'islamismo.

L'Italia, ovviamente, è doppiamente interessata a questa partita: una stabilizzazione del modello tunisino, intanto, avrebbe l'effetto di contenere i flussi migratori irregolari, e inoltre aprirebbe nuovi mercati. L'interscambio con l'Europa rappresenta già il 65% del totale in Tunisia, e al primo posto c'è proprio l'Italia. Centinaia le imprese interessate. E in cima alle classifiche si trovano Milano e le province lombarde. A Palazzo Lombardia i contatti con le autorità consolari sono incessanti e lo stesso governatore della Banca centrale di Tunisi ha mostrato grande interesse per la sanità lombarda, facendo presagire possibili sbocchi per gli investimenti, soprattutto nel campo della cosiddetta «silver economy», l'economia degli over sessanta (la Tunisia è già ora una metà importante per gli italiani che scelgono di trascorrere qui gli anni della pensione).

Il turismo, nel 2019, è finalmente tornato a crescere, dopo alcuni anni di crisi drammatica dovuta agli attacchi terroristici del 2015 a Tunisi e Sousse, cui ha fatto seguito una lenta ripresa. Adesso gli alberghi della capitale sono tornati a riempirsi, come quelli del Sahel.

Il ministero parla di un aumento del 25% delle presenze nel 2019, con una crescita del fatturato di oltre il 40%.

E ora che da un anno sono cadute le restrizioni europee dovute alle misure di sicurezza, la nuova frontiera sarà appunto il turismo nel deserto.

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