Zangrillo assicura: «Quote politiche? Una prassi finita»

«Abbiamo sancito la morte definitiva del manuale Cencelli». Alberto Zangrillo, responsabile sanità per Forza Italia, esce con lo spirito del giustiziere dall'incontro di ieri con il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni per definire il «chi va dove» della sanità lombarda. E assicura che «è finita l'epoca delle quote e delle appartenenze politiche» nella scelta dei manager degli ospedali lombardi. Oggi Maroni incontrerà le altre delegazioni politiche. Dopo di che verrà scritta «in bella» la lista dei 36 direttori generali di Ats e Asst. «C'è completa sintonia con Maroni - spiega Zangrillo - e non vogliamo perdere nemmeno un minuto a parlare di aree politiche. Verrà scelto chi ha il curriculum migliore». Eppure la nuova linea anti lottizzazione delle nomine non trova grande riscontro all'interno dei partiti, dove è in corso la (tradizionale) lotta all'ultimo sangue per accaparrarsi ospedali e Asl ridisegnando la mappa politica. Tra i ruoli chiave ci sono le due nuove poltrone della sanità post riforma: quella dell'ospedale del bambino (dove sembrano essere in lizza Alessandro Visconti (dirigente in Regione Lombardia) e Armando Gozzini (direttore generale all'ospedale di Busto Arsizio). Altra super nomina è la doppia poltrona di San Carlo e San Paolo (accorpati dalla riforma) su cui sembra esserci un consenso diffuso sul nome di Germano Pellegata, attuale direttore del San Carlo.

Il manager è storicamente vicino a Fdi ma, nella nuova gestione delle nomine, sarà valutato esclusivamente per il suo profilo professionale. Uno dei criteri che si seguiranno, probabilmente, sarà quello di lasciare chi ha superato brillantemente il test nei posti che già occupa.MaS

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