Lo zar dello Stradivari concede il bis a Milano «Un artista magnetico»

Torna il violinista russo Vengerov: propone grandi pagine di Mozart, Schubert e Brahms

Luca Pavanel

Torna a Milano l'attuale campione della scuola russa del violinismo. Un campione mondiale, al secolo Maxim Vengerov, che andrà in scena col suo ex-Kreutzer Stradivari del 1727. Inaugura stasera la serie «Festival Omaggio a Milano 2019», la tradizionale seconda parte delle Serate Musicali. Dice del suo straordinario strumento: «L'ho comprato nel 1998. Risale all'ultimo periodo di Stradivari, quando era ormai in là con gli anni. E credo che abbia raggiunto il meglio della produzione e resa del suono. Si connette perfettamente con l'orchestra, con gli archi, in tutte le loro tipologie, con i legni, con il suono del clarinetto o del flauto. Con qualsiasi gruppo. Ha una sonorità profonda e allo stesso tempo è brillante nel registro acuto». Parola di virtuoso.

L'appuntamento con lui in sala Verdi al Conservatorio di Milano oggi alle 20,45: accompagnato al piano da Roustem Saitkoulov, il violinista russo naturalizzato israeliano, definito dalla stampa internazionale «artista magnetico», propone Mozart, Schubert e Brahms. Un grande ritorno che si ripete.

La (sua) prima volta a Milano dopo una lunghissima assenza, l'anno scorso, con un evidente trionfo di critica e pubblico. Ora il solista e direttore d'orchestra - impegnato tra l'altro in progetti d'insegnamento e supporto di bambini che vivono in difficili realtà sociali in diversi Paesi concede il bis proprio al pubblico di Serate. Tre i compositori a cui è dedicato il concerto, che offrirà agli ascoltatori la possibilità di ritrovare quel virtuosismo sovraumano, quella autentica poesia violinistica che i media hanno più volte sottolineato in questo musicista. Ma vediamo il cartellone.

Di Brahms eseguirà lo «Scherzo in do minore per violino e pianoforte WoO 2», la «Sonata in la maggiore op. 100», di cui, come per tutte le Sonate di Brahms proprio per Serate lo scorso anno aveva eseguito le «Sonate n. 1 e n. 3»; il violinista di Novosibirsk, ha più volte sottolineato il carattere unico, «summa» di tutti gli aspetti della vita musicale del compositore tedesco, sintesi della musica vocale, sinfonica e da camera, i tre ambiti a cui Brahms lavorò per tutta la vita. Quindi tre «Danze Ungheresi»: la «n.1 in sol minore», la «n.2 in re minore» e la «n.5 in fa diesis minore».

Ad aprire il recital, invece, la «Sonata in si bemolle maggiore K 454» di Mozart, seguita dalla «Fantasia in do maggiore per violino e pianoforte op. 159 (D.

934)» di Schubert. Composta nel dicembre del 1827 e articolata in quattro movimenti connessi tra loro, la «Fantasia» schubertiana è il brano perfetto per mettere in luce le qualità virtuosistiche dello strumento solista.

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