Zuccotti, Lupi, Minoli. L'"habemus papam" slitta a mercoledì

Il centrodestra aspetta il "sì" di un papabile In calo di Montigny e risale l'ex ministro

Zuccotti, Lupi, Minoli. L'"habemus papam" slitta a mercoledì

L'«habemus papam» è rinviato a mercoledì prossimo. La fumata bianca ieri al tavolo dei big del centrodestra è arrivata solo su Roma e Torino, la scelta del candidato che sfiderà Beppe Sala a Milano uscirà dal prossimo vertice già fissato tra sei giorni. E non è escluso che anche qui si sceglierà la formula del ticket, presentando insieme sindaco e vicesindaco. «Lo spero, me lo auguro. Il mio desiderio sarebbe comporre delle squadre su Roma e Milano, qualcuno può fare il sindaco, qualcuno l'assessore o il vice» aveva pronosticato martedì sera Matteo Salvini. Nella Capitale lo schema è stato rispettata, si attende replica sotto la Madonnina. «Siamo compatti, lavoriamo per vincere» ha dichiarato la leader Fdi Giorgia Meloni che ha incassato la candidatura a sindaco di Michetti a Roma con Matone (sponsorizzata da Fi e Lega) come vice. A parti invertite, a Milano ora tocca a Carroccio e Fi dare le carte. I nomi civici più quotati sono quelli di Fabio Minoli (con Gabriele Albertini vice), l'ex ad di Telecom Riccardo Ruggiero e ieri è spuntato con forza (anticipato da Affaritaliani.it) Gian Vincenzo Zuccotti, 63 anni, preside della facoltà di Medicina della Statale e primario di Pediatria all'ospedale Buzzi, molto vicino a Salvini e al commissario cittadino della Lega Stefano Bolognini. Era già tra i papabili a sostituire Giulio Gallera come assessore al Welfare prima che spuntasse Letizia Moratti). Improbabile a questo punto che anche a Milano venga scelto il nome spinto da Fdi, il docente della Bocconi Maurizio Dallocchio (semmai nella famosa squadra) e sarebbero in calo le quotazioni di Oscar di Montigny, presidente di Flowe, ad di Mediolanum Comunicazione oltre che genero di Ennio Doris. Viene data fuori la presidente di Federfarma Lombardia Annarosa Racca, raggiunta una settimana fa da un avviso di garanzia per diffamazione. A chi le chiedeva della candidatura a margine di un convegno a cui ha partecipato anche Moratti Racca si è limitata a rispondere che «le decisioni saranno nelle prossime ore, mi sembra un po' presto per dirlo», essere nella rosa «è un grande riconoscimento alla mia persona e a quello che le farmacie lombarde hanno fatto e quindi auguro alla mia città un sindaco forte, che si occupi delle periferie e di tutti i milanesi».

Il pallino è in mano a Salvini, a lui è stata affidata l'«istruttoria» su Milano e a fine incontro fanno sapere che due dei papabili hanno chiesto «qualche giorno di riflessione», una volta garantito che non ci sono scogli familiari o aziendali, il quadro dei nomi a disposizione sarà completo. Ma se non ci sarà piena convinzione su un civico (gli occhi sono puntati sui sondaggi) per uscire dallo stallo anche la Lega potrebbe convincersi ad accogliere il richiamo di Fi, schierare almeno a Milano un politico.

In questo caso il nome è Maurizio Lupi, presidente di Noi con l'Italia, ex ministro e ex assessore di Albertini. Arrivando al vertice ha risposto: «Se entro Papa e poi esco cardinale per Milano? Non sono né papa né cardinale». Ma Lupi c'è, eccome.

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