Un milione di euro per la lapide fantasma

Malgrado il concorso e i fondi già stanziati, ancora nessuna traccia del nuovo obelisco

da Roma

Nel luogo in cui doveva essere innalzato l’obelisco in onore dei caduti di Nassirya, l’obelisco per ora «fantasma», c’è «un buco». Un nulla architettonico. Eppure c’erano state promesse e anche stanziamenti di soldi, ricordano i parenti delle vittime della strage del 12 novembre del 2003. «Non ne abbiamo saputo più niente», raccontavano ieri mattina la vedova del maresciallo Filippo Merlino, Alessandra Savio, e Marco Intravaia, figlio del brigadiere dei carabinieri Domenico.
Il monumento sarebbe dovuto sorgere a Roma al posto di un altro obelisco, quello di Axum, eredità fascista riconsegnata all’Etiopia dal governo Berlusconi. E l’idea di un altro obelisco da collocare in quello stesso punto, ma in onore delle vittime di Nassirya, fu del presidente della provincia Enrico Gasbarra, appoggiato dal sindaco Walter Veltroni, pur nel silenzio delle costole più radicali delle loro giunte. Ma a quanto pare la vita di questo progetto è affannosa: a tre anni di distanza dalla strage non è ancora stata posata la prima pietra. La collocazione originale è stata cambiata, c’è stato lo stanziamento di un milione di euro per un concorso di idee, una commissione per valutarle ma, sinora, senza risultati. Lo scorso anno si decise di costruire il monumento vicino alla basilica di San Paolo fuori le Mura, nel parco antistante, «ma alle nostre richieste di chiarimento per ora non sono arrivate risposte», spiega Marco Intravaia.
Percorrendo a ritroso la storia dell’obelisco mai nato, ci s’imbatte in un finanziamento di 250mila euro assegnato a Roma dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel giugno del 2004 all’interno di una serie di stanziamenti per Roma capitale. I soldi erano destinati a un «concorso d’idee per la progettazione del monumento in memoria dei caduti di Nassirya in luogo dell’obelisco di Axum». Il concorso è stato svolto, si precisa dal Comune di Roma. E in effetti è così. Ma con circa un anno e mezzo di ritardo rispetto allo stanziamento. E per ora non è stato comunicato il nome di un vincitore e, come prevedibile, i lavori non sono iniziati.
«Lo scorso 12 novembre - ricorda il figlio del brigadiere Intravaia - ci fu una riunione tra dirigenti del ministero dei Beni culturali e del Comune di Roma in cui si decise di portare a termine l’obelisco per l’anniversario successivo della strage di Nassirya, ossia per il 12 novembre di quest’anno». Ma la scadenza, come si può notare, non è stata rispettata.
In effetti lo scorso anno, proprio in questo stesso periodo, fu sollevato un piccolo polverone sull’argomento. Già allora il ritardo dei lavori per il monumento romano in onore delle vittime della strage sembrava ingiustificabile. «Il Comune di Roma ha fin qui adempiuto tutti i suoi compiti», aveva chiarito l’assessore alla Cultura, Gianni Borgna. Il 12 novembre del 2005 fu costituita addirittura una «commissione» ad hoc, formata da rappresentanti di governo, Regione, provincia, Comune, con il compito di valutare e scegliere i progetti del concorso d’idee. Tutto questo avveniva comunque a 18 mesi di distanza dallo stanziamento dei primi fonti per il concorso.

Il successivo bando ha previsto un finanziamento totale di un milione di euro per progettazione e rimborso spese dei finalisti. La valutazione del concorso sembra però essersi interrotta. Se ne parlerà per il quarto anniversario. Forse.

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