da Milano
Il conto fa paura. Ben 255 militari italiani che, negli ultimi dieci anni, hanno partecipato alle missioni allestero sono malati di cancro. Di questi 37 sono morti. Almeno stando ai dati ufficiali. A rivelarlo è il ministro della Difesa, Arturo Parisi, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione d'inchiesta sull'Uranio impoverito del Senato. Numeri, questi, assai inferiori rispetto a quelli forniti dall'Osservatorio militare che, infatti, li contesta frontalmente e parla di almeno 2.500 malati e 150 morti.
Secondo i dati della Direzione di sanità militare, spiega il ministro, «sono in totale 255 i militari che hanno contratto malattie tumorali e che risultano essere stati impegnati all'estero nei Balcani, in Afghanistan, in Irak e in Libano nel periodo 1996-2006. Di questi militari, 37 sono morti». Nello stesso periodo i militari malati per tumore, e non impiegati all'estero, sono stati 1.427.
Parisi assicura anche che nell'impiego di soldati «in zone critiche, la Difesa sta applicando ogni misura precauzionale. Non intendiamo in alcun modo sottovalutare il fenomeno e tantomeno dissimularlo». Un'ammissione comunque importante, da parte di un ministro. Che comunque aggiunge: l'Italia «non ha mai fatto uso di armamento ad uranio impoverito, né risulta che nel nostro poligono possa essere stato utilizzato da altri, a meno di dichiarazioni mendaci degli utilizzatori stranieri, che non voglio neppure ipotizzare».
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