Mille cartelle gonfiate: sei manager indagati

Sequestri della Gdf negli istituti Galeazzi, Sant’Ambrogio, San Siro e al Policlinico di San Donato. I dirigenti accusati di truffa

Pazienti ricoverati per un semplice intervento in day hospital, ma dimessi con referti da esportazione d’organo. Codice 864. Ecco il numero che compare su molte, troppe, cartelle cliniche. Tre cifre che ai non addetti ai lavori non dicono nulla, ma che in realtà indicano un’esportazione radicale di organi o tessuti la quale, in base a precise direttive regionali, deve essere effettuata solo nei casi in cui il paziente è stato sottoposto ai cosiddetti interventi maggiori. E che per la quale gli ospedali ricevono rimborsi consistenti.
È un nuovo capitolo di malasanità, dopo il caso dei rimborsi gonfiati al San Carlo, quello aperto ieri dalla Procura e che vede coinvolti quattro importanti ospedali del capoluogo lombardo. Le Fiamme gialle hanno perquisito e sequestrato cartelle cliniche di pazienti ricoverati e operati dal 2004 ad oggi all’Istituto Ortopedico Galeazzi, all’Istituto clinico Sant’Ambrogio, all’Istituto San Siro e al Policlinico di San Donato.
Nell’indagine, condotta dai sostituti procuratori Tiziana Siciliano e Sandro Raimondi, al momento risultano sei indagati, sei dirigenti, i cui nomi sono al momento top secret, che negli ospedali in questione svolgono attività di direttore sanitario o legale rappresentante.
Il dubbio su cui stanno lavorando gli inquirenti è che in molti casi le cure e le degenze rimborsate dal Servizio sanitario nazionale non corrispondano alle effettive condizioni cliniche del paziente. In termini di reato, l’ipotesi è di truffa al Servizio sanitario nazionale.
L’inchiesta ha preso il via dopo che la guardia di finanza milanese ha acquisito, presso l’assessorato alla Sanità della Regione, i dati relativi alle prestazioni ospedaliere forniti da alcuni istituti lombardi negli anni 2004 e 2005. Nel corso di questa verifica è emerso che in numerosissimi interventi effettuati nei quattro ospedali finiti sotto inchiesta, era stato inserito il codice «864». L’analisi dettagliata dei casi ha consentito invece di accertare come molti degli interventi nei quali è stato utilizzato il codice 864 sono stati effettuati in realtà in day hospital o in ricovero ordinario con metodi e tempistiche incompatibili con un’eventuale esportazione di organi o di tessuti. Per questo l’ipotesi dell’accusa è che i dati riportati sulle schede di dimissione ospedaliera siano stati formulati con il fine di frodare il sistema sanitario nazionale.
Durante la perquisizione gli investigatori della Fiamme gialle hanno portato via computer utilizzati dai dirigenti degli ospedali e almeno un migliaio di cartelle cliniche giudicate di interesse da parte degli investigatori.
Tutti e quattro gli istituti perquisiti fanno parte del Gruppo Ospedaliero San Donato. In serata un comunicato del Gruppo ha precisato che «l’indagine riguarda anche casi di pazienti trasferiti da reparti di ortopedia a reparti di riabilitazione».
«Gli organi amministrativi delle aziende - continua il comunicato - hanno prestato la massima collaborazione e le indagini sono tuttora in corso».

I vertici aziendali manifestano infine «la più completa fiducia nella magistratura e ribadiscono di avere sempre operato nel più rigoroso rispetto delle normative vigenti e delle istruzioni impartite dagli enti che esercitano la vigilanza».

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