L’esodo è iniziato. L’onda dei clandestini sale verso la Campania. Lascia la Calabria e i riflettori accesi sulla rivolta degli ultimi giorni, per ingrossare le file delle altre Rosarno d’Italia, le cento banlieues in procinto di scoppiare. E per un’emergenza che lo Stato sta affrontando, ce ne sono altre che potrebbero accendersi.
Il miniflusso dei mille di Rosarno ha, infatti, destinazioni già note, e se dietro le spalle ci sono sparatorie e guerriglia urbana, non è detto che il traguardo sia libero da tensioni. Foggia e i campi di pomodoro possono attendere, ma anche in Puglia la piaga del caporalato ha prodotto e rischia di produrre scintille pericolose: la scorsa primavera bastò a scatenare tensioni la creazione di una linea di autobus riservata agli extracomunitari ospiti di una struttura per richiedenti asilo. Ora il punto d’arrivo per tanti degli africani in fuga è però la Campania. La bidonville di San Nicola Varco, nel Salernitano, è stata sgomberata. Ma c’è la provincia di Caserta: Mondragone, Villa Literno. E Castel Volturno. Dove poco più di un anno fa, a settembre del 2008, il clan dei Casalesi uccise sei africani. Anche lì la comunità di stranieri si ribellò all’attacco subito dalla criminalità organizzata, e anche lì lo Stato corse ai ripari. Quindici mesi dopo le acque si sono calmate. E dai treni fermi alle stazioni della Terra di Lavoro, arrivano i «reduci» di Rosarno. Il timore è che i clandestini cerchino ancora lavoro dal meno affidabile dei datori, spesso l’unico che può offrirlo: la criminalità organizzata. E non c’è solo il clan dei Casalesi (colpito duramente negli ultimi mesi da arresti e confische), ma anche la «mafia nigeriana», che gestisce traffico di droga e prostituzione in zona. Qui, per la prima volta, è stato contestato il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso a carico di extracomunitari. Qualcuno di quelli che lasciano la Calabria però non si fermerà in Campania, ma continuerà il viaggio più a Nord. Puntando alle grandi città, come Roma. Per il Viminale da tempo la situazione dell’immigrazione nella Capitale è critica. Nel mirino soprattutto i tanti, troppi insediamenti abusivi. Gli africani, anche clandestini, sono ospiti del Campidoglio nei residence. Ma sono soprattutto i nomadi, stanziali a Roma da anni, a destare preoccupazione: presto gli storici campi al 700 e al 900 di via Casilina, che ospitano rom e non solo, verranno sgomberati. Affrontare questo nodo è una priorità. Come smantellare le baraccopoli che sorgono sugli argini del Tevere o nei parchi, città nascoste nella città. La cronaca nera ha spesso fatto i conti con queste bidonville, ma mai con un possibile «effetto banlieue». Situazione calda anche a Firenze, Bologna, Milano.
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