Per la questura ieri sera erano 800, mille per gli organizzatori. Con le fiaccole, le bandiere con le croci celtiche e i tricolori italiani a sfilare nel ricordo di Sergio Ramelli, il giovane missino ucciso 35 anni fa e di altri due «camerati» Carlo Borsani e Enrico Pedenovi, uccisi anche loro il 29 aprile. Eccola la lenta parata dei militanti di estrema destra da piazzale Susa a Città Studi, in puro stile militare, con i passi scanditi dai tamburi e uno striscione ad aprire il corteo con la scritta «onore ai camerati caduti». Con il quartiere sbigottito e la gente intorno che cantava «Bella ciao».
E proprio per riflettere sullodio e la violenza politiche che caratterizzarono gli Anni di Piombo, allindomani delle contestazioni di piazza per il 25 aprile e delle polemiche per le iniziative per Ramelli, la Provincia ha istituito una borsa di studio per ricordare il missimo, Enrico Pedenovi, il consigliere provinciale dellMsi assassinato un anno dopo. A presiedere la giuriail direttore della Stampa Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi, ucciso nel 1972. «Serve limpegno di tutti perché non si rinnovi la deriva per cui con la forza e laggressività si impongono le idee e si uccidono giovani che la pensano in maniera diversa», ha ricordato il presidente Guido Podestà. Alla borsa che mette in palio 6mila euro come contributo agli studi universitari (3mila al vincitore, 2mila al secondo classificato e mille per il terzo), potranno partecipare gli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di Milano e Provincia.
A una giornata della memoria in cui si renda omaggio a tutte le vittime di quei terribili anni bui pensa anche il segretario generale della Uil Lombardia, Walter Galbusera. «È arrivato il momento di recuperare i valori e di celebrare il ricordo insieme a tutte le vittime di quel periodo sciagurato che fu il terrorismo rosso e nero». E quindi Sergio Ramelli, insieme a Roberto Franceschi, lo studente ventenne colpito a morte nel 1973 da un proiettile di pistola in dotazione alla polizia, Fausto e Iaio. «Il punto è che le forze sindacali, politiche, le associazioni culturali e gli intellettuali si muovano con le istituzioni per costruire una giornata della memoria per ricordare tutti insieme queste vittime. Proprio per lasciarci alle spalle uno dei momenti più difficili per il nostro Paese».
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