Firenze - Lettere con minacce di morte a Lorenzo Conti - figlio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti ucciso dalle Br nel 1986 -, tutte a firma «Brigate Rosse-Partito comunista combattente» con il disegno della stella a cinque punte, sono arrivate oggi ad alcuni quotidiani e allo stesso Lorenzo Conti. Fra i quotidiani destinatari della lettera, secondo quanto spiegato, la redazione a Firenze della Nazione e del Giornale della Toscana e a Bologna quella del Resto del Carlino. Le lettere inviate sono tutte uguali e sono una sorta di volantino di una pagina, scritto al computer e che si apre con le parole: «Conti Lorenzo condannato a morte». Le indagini sono seguite dalla digos di Firenze.
Lorenzo Conti negli ultimi mesi ha portato avanti una battaglia in favore delle vittime del terrorismo e dei loro parenti. Ad autunno scorso ha attuato anche uno sciopero della fame, a cui si fa riferimento nello stesso volantino, per protestare contro l’elezione di Sergio D’Elia a segretario della Camera dei deputati e per conoscere eventuali finanziamenti pubblici ad associazioni di cui fanno parte ex terroristi.
In seguito all’arrivo delle lettere, il prefetto di Firenze Andrea De Martino, ha convocato per il tardo pomeriggio una riunione tecnica di coordinamento con il questore e i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, per esaminare il volantino e valutare la situazione. Riguardo al contenuto, a scrivere, così si legge nella lettera, sono «militanti delle Br per la costruzione del Pcc» per ribadire «la valenza della linea politica e dell’impostazione strategica delle Br rivendicandone tutta l’attività politico-militare messa in campo, il loro ruolo di direzione e organizzazione del processo rivoluzionario nel nostro paese». «Nello specifico - è scritto ancora - rivendichiamo la condanna a Lorenzo Conti, figlio di Lando. Con questa le Br colpiscono le posizioni filo-atlantiche e filo sioniste di quella frazione di borghesia imperialista nostrana che il Pri - partito a cui apparteneva Lando Conti (ndr) - ha da sempre rappresentato. Più precisamente l’iniziativa colpito lo specifico attivismo di cui Lorenzo Conti si è fatto carico».
Nella lettera spiega che «è stato al fianco delle forze dell’ordine anche in manifestazioni pubbliche, ha espresso amicizia nei confronti degli imperialisti americani, ha offeso la memoria dei compagni Barbara Balzerani e Giovanni Senzani, si è opposto con scioperi della fame alla comunicazione svolta dal comppagno Renato Curcio, ha osato incitare il popolo contro i compagni Mazzei, Bencini, Venturini, Ravalli, Cappello e Fosso ipotizzando anche azioni legali, ha deriso il valoroso percorso delle Br, ha avuto contatti con lo sporto traditore Roberto Sandalo».
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