Il ministero ricorre contro la bocciatura del Tar Confedilizia: «Nessun obbligo per i proprietari»

Il ministero dello Sviluppo economico ha reso noto che ricorrerà al Consiglio di Stato per la sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo un’istanza della Confedilizia, ha annullato il decreto del luglio scorso con cui si disponeva la verifica straordinaria degli ascensori installati e in esercizio da prima del 1999. Il provvedimento, spiega il ministero, «non solo recepisce una specifica raccomandazione europea» ma è una misura «di responsabilità a tutela della sicurezza delle persone». Inoltre, per quanto riguarda le stime che indicano in 6 miliardi l’onere che deriverebbe per i proprietari (cifra «calcolata da una società del settore» precisa Confedilizia), al ministero si rileva che le stime sono basate su parametri non rispondenti alle effettive esigenze tecniche. Quanto alla «presunta illegittimità del decreto ministeriale», il ministero «precisa che il passaggio preventivo del decreto allo stesso Consiglio di Stato non andava effettuato, perché questo non è un atto di natura giuridico-regolamentare, ma una misura tecnico-operativa». «L’annuncio che il ministero dello Sviluppo economico presenterà appello al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio, che ha annullato il decreto ministeriale sugli ascensori, non meraviglia».


Così il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, commenta l’iniziativa del ministero, ricordando che «anche quando sarà formalizzato, l’appello non sospenderà comunque di per sé l’esecutività della sentenza di primo grado: in sostanza, condomini e proprietari di casa continuano a non essere obbligati a chiedere le verifiche straordinarie previste dal decreto annullato». Sforza Fogliani ricorda anche che «specifiche disposizioni comunitarie e nazionali già impongono 5 controlli ogni 2 anni, di cui 4 semestrali».

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