Il ministro Fioroni accolto a suon di fischi: «Torna a settembre»

L’assessore regionale Rossoni: «Da Roma un duplice insulto alla Lombardia. È da più di un anno che cerchiamo un confronto»

I fischi Fioroni li ha presi pure a Milano. Dopo Napoli, dove qualche giorno fa è stato apertamente contestato dai genitori dei bambini disabili, ieri si è visto piovere addosso anche le critiche di un gruppo di studenti guidati dal capogruppo di Alleanza nazionale al Comune di Milano Carlo Fidanza.
«Torna a settembre» hanno gridato al ministro dell’Istruzione mentre raggiungeva Palazzo delle Stelline per partecipare a un’iniziativa sul partito democratico. «Questo è solo l’antipasto di un autunno caldo che le associazioni studentesche hanno già annunciato - ha detto Fidanza -. Il ministro ha scelto di colpire lo studente, ovvero l’anello più debole della catena, non ritenendo opportuno invece aggiornare e motivare la classe docente lasciata allo sbando».
Le polemiche però non si sono fermate qui. Fioroni, nonostante fosse a Milano, si è rifiutato di rispondere alle domande in merito alla querelle che lo oppone alla Regione Lombardia sulla legge regionale dell’istruzione professionale. «La Consulta valuterà il ricorso della Lombardia e le nostre osservazioni - si è limitato a dire liquidando gli interlocutori -. Non credo di dover rispondere, perché in merito alla legge ho ascoltato tanti insulti e nessuna proposta». Questo l’unico riferimento alla “disputa” in atto.
Un comportamento non visto certo di buon occhio dal Pirellone, le cui critiche non si sono fatte attendere.
Durissima la replica di Gianni Rossoni, assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, indirettamente chiamato in causa dall’esponente del governo: «L’unico insulto che qualcuno ha ricevuto è quello che il ministro Fioroni ha riservato alla Lombardia».
«Anzi, un duplice insulto - ha aggiunto -. Prima, rifiutando la minima cortesia di rispondere alle nostre ripetute richieste di dialogo, poi rifilandoci un bel ricorso in Corte costituzionale».
È da più di un anno che la Lombardia cerca di aprire un confronto con il ministro per affrontare il ruolo delle regioni nel governo del sistema scolastico. «L’ennesima richiesta di incontro - precisa Rossoni- è stata inoltrata il 27 luglio scorso, giorno in cui il Consiglio regionale ha approvato la legge di riforma del sistema scolastico».
In Regione non si nasconde neppure una certa perplessità sui cambiamenti varati negli ultimi mesi dall’attuale responsabile del dicastero. Tra questi c’è anche l’aumento del numero degli alunni per classe e le nuove procedure che rendono più complessa la certificazione della disabilità.
«Il ministro si è improvvisato pedagogista e ha spiegato ai docenti cosa devono fare in classe» conclude l’assessore. Sotto accusa ci sono le condizioni strutturali della scuola, l’innovazione del sistema e la valorizzazione dell’autonomia.

Tema, questo, molto dibattuto e al centro della polemica sul ricorso.
In merito a nuove riforme Fioroni ha espressamente detto che «la scuola non ne ha bisogno». Piuttosto essa necessita di «serietà e di un ritorno alle cose sagge e al buon senso».

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