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"Il ministro è pedofilo": è bufera su Mitterrand, Sarkozy in imbarazzo

Sotto accusa Frédéric Mitterrand, titolare della cultura francese. Nel suo romanzo traspare una malcelata simpatia verso il "turismo sessuale" in Oriente

"Il ministro è pedofilo": 
è bufera su Mitterrand, 
Sarkozy in imbarazzo

Parigi - Il ministro francese della Cultura (ed ex animatore televisivo di grande successo) Frédéric Mitterrand ha tentato ieri sera il contrattacco per sbarazzarsi delle pesanti accuse rivoltegli da esponenti di vari partiti d'opposizione come il Front National (estrema destra) e il Partito socialista. Mitterrand, apparso molto scosso, ha affermato con voce tremante di «non aver fatto l’apologia del turismo sessuale né della pedofilia». E ha assicurato di aver ricevuto la conferma del sostegno del presidente Sarkozy.

Al centro di tutto ci sono alcune pagine del libro «La mauvaise vie» («La cattiva vita»), uscito nel 2005 presso le edizioni parigine Robert Laffont. La prima a lanciare i propri strali polemici contro l'ex animatore televisivo Frédéric Mitterrand, è stata Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie Le Pen e nuova leader del Front National. Il prossimo marzo si svolgeranno in Francia (come del resto in Italia) le importanti elezioni regionali e il partito d'estrema destra cerca di impedire al centrodestra del presidente Nicolas Sarkozy di portargli via altri voti. Dunque l'attacco durissimo di Marine Le Pen al ministro della Cultura, scelto lo scorso giugno direttamente dall'Eliseo, non è certo politicamente casuale.

La polemica è dura perché alcune pagine del libro di Frédéric Mitterrand lasciano trasparire una malcelata simpatia per il «turismo sessuale» in Thailandia. L'ex animatore televisivo (che è stato fino allo scorso giugno direttore di una prestigiosissima istituzione culturale francese, come Villa Medici a Roma) non ha mai nascosto la propria omosessualità. Ovviamente ciò non ha nulla a che vedere con le accuse di pedofilia e sostegno al turismo sessuale, che fanno capolino tra i discorsi di Marine Le Pen.

Lo scorso luglio, all'indomani dell'ingresso di Frédéric Mitterrand al governo, il presidente Sarkozy disse d'aver letto il libro «La mauvaise vie» e d'averlo trovato «coraggioso». Adesso però sono proprio alcune pagine di quel romanzo a provocare lo scandalo, dando l'impressione che - in un modo o nell'altro - il turismo sessuale e anche pedofilo possa trovarvi un incoraggiamento. Sarkozy stenta insomma a sfuggire a questa polemica ed ecco le fonti dell'Eliseo sostenere Frédéric Mitterrand, definendo «ignobile» ogni tentativo di sporcare la sua immagine.

Il problema è che l'«affare Frédéric Mitterrand» s'intreccia con l' «affare Polanski». Nei giorni scorsi (a seguito dell'incarcerazione in Svizzera del regista franco-polacco Roman Polanski su richiesta della magistratura statunitense, per una vecchia vicenda di relazioni sessuali con una tredicenne) proprio il ministro della Cultura ha rivolto frasi assai dure nei confronti delle autorità elvetiche come di quelle americane, prendendo posizione anima e corpo a favore di una persona accusata di pedofilia.

Ieri l'«affare Frédéric Mitterrand» ha continuato a scuotere la Francia. Marine Le Pen ha chiesto l'apertura di un'inchiesta ufficiale, mentre l'interessato considera il proprio libro «La mauvaise vie» come un parto della fantasia piuttosto che come un'opera autobiografica. Dalla parte di Frédéric Mitterrand si è schierato con molto vigore il leader dei Verdi franco-tedeschi Daniel Cohn-Bendit, mentre l'eurodeputato Benoît Hamon, esponente di punta del Partito socialista, lo ha aspramente attaccato. Questa vicenda spacca insomma la sinistra francese, ma anche in questo caso i retroscena politici non mancano. L'ex animatore televisivo è il nipote (figlio di un fratello) di François Mitterrand, ossia del fondatore del Partito socialista francese, nonché presidente della Repubblica (in quanto capo della sinistra) dal 1981 al 1995. Per Sarkozy, il coinvolgimento di Frédéric Mitterrand nell'attuale governo di centrodestra è stato un autentico colpo politico all'insegna di quella che l'Eliseo chiama «la politica dell'apertura».

Ma i socialisti se la sono legata al dito e adesso non perdono l'occasione per cercare di impallinare il nipote del loro «padre» François Mitterrand.

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