Il ministro si confronta con l’imprenditore

Il ministro si confronta con l’imprenditore

Confronto dialettico franco e costruttivo, anche sulle nostre pagine, fra il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola e l’imprenditore Walter Pilloni, quest’ultimo nella veste di interprete del disagio (e ormai, in molti casi, della crisi) delle piccole e medie imprese di cui la Liguria ospita storicamente un significativo numero di insediamenti. È questo tessuto che oggi soffre particolarmente la congiuntura sfavorevole - aveva rilevato Pilloni in una sua lettera al ministro e autorevole esponente del Pdl -, nonostante i riconosciuti e significativi interventi dell’esecutivo. «Le piccole e medie imprese, però - insisteva l’imprenditore - stanno pagando il prezzo più alto, anche perché hanno lavorato in prevalenza a rimorchio delle grandi imprese, fornendo loro utili servizi di supporto logistico manifatturiero e tecnico. Oggi invece i destini dei grandi e dei piccoli non sono più in stretto collegamento tra loro: i grandi non comprano più prodotti italiani o europei, ma vanno a fare shopping in Asia». In questo quadro, dunque, ribadiva Pilloni, «la fine delle pmi è iniziata, in assenza di un paracadute politico temo che resterà ben poco di quello che oggi conosciamo. Le aziende non chiedono soldi, ma regole, poche e semplici regole che riportino un po’ di serenità nelle loro botteghe».
Immediata e documentata la replica di Scajola, che innanzi tutto prende atto dell’apprezzamento per «il grande lavoro che questo governo sta compiendo per tirare l’economia fuori dalla recessione e creare le condizioni per una robusta ripresa delle attività produttive. La strategia perseguita fin dall’inizio - aggiunge il ministro - è di dare un forte sostegno alle imprese e alle famiglie, ma rivolgendo particolare attenzione alle imprese più vulnerabili, ossia le piccole e medie imprese». È questo l’aspetto che forse, a giudizio del titolare del dicastero dello Sviluppo economico, può risultare meno appariscente, ma è comunque effettivo e utile: «In particolare, è stato elevato a 1,5 miliardi di euro il Fondo di garanzia sui prestiti alle pmi, ne è stata estesa l’applicazione al settore artigianato e ne è stata aumentata l’erogazione per ogni singola operazione». L’accoglienza data dalle stesse imprese a questa misura - spiega Scajola - è stata entusiastica. Inoltre, la Cassa Depositi e Prestiti ha messo a disposizione delle banche 8 miliardi di euro per concedere prestiti alle piccole e medie realtà produttive, ed è stato stipulato un accordo con le banche che ricevono fondi pubblici per la loro capitalizzazione, perché aumentino di una determinata percentuale le loro concessioni di credito alle imprese. «A queste misure si aggiungono altre che servono ad accrescere la liquidità delle imprese, a stimolare gli investimenti, favorirne il rafforzamento patrimoniale, e a facilitare la crescita dimensionale». Come si vede - conclude Scajola - si tratta di una lunga ed ampia serie di provvedimenti che faranno sentire i loro benefici nel corso dei prossimi mesi ed anni.

Intanto «il governo continua a prestare ascolto alle legittime richieste degli imprenditori», anche tramite l’attivazione di un tavolo permanente di confronto dedicato alle problematiche delle pmi istituito presso lo stesso ministero dello Sviluppo economico.

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