Roma«Allo stato attuale, le gabbie salariali sarebbero uno schiaffo in faccia al Mezzogiorno. Detto questo, in termini astratti, non sono una bestemmia. Ma lipotesi sarebbe percorribile solo se inserita allinterno di una rivoluzione».
Ministro Rotondi, a quale rivoluzione si riferisce?
«Be, si potrebbe proporle semmai nellambito di unofferta del sistema impresa, che porti però a un incremento occupazionale».
Ad esempio.
«Per dire a Catanzaro che un operaio costa il 16% in meno rispetto ad altre zone, dovremmo al contempo portare 10mila posti di lavoro in più. In questo modo avremmo più applausi che fischi».
Ipotesi avveniristica?
«Al momento non esiste. Finiamola comunque con il teatrino della politica su Nord e Sud: basterebbe una piccola riforma...».
A cosa pensa?
«Sospendere i telegiornali a Ferragosto. Temo infatti che alcune proposte sul tappeto siano funzionali più ad Augusto Minzolini, direttore del Tg1, che a Giulio Tremonti. Daltronde, niente di tutto ciò è nel programma di governo: come dire, non pervenuto. Si discute per slogan, con cavalli di ritorno, immagini che appartengono al repertorio. Occupiamoci invece del tema centrale».
Quale sarebbe?
«Rimettere il Mezzogiorno al centro dellattenzione nazionale. E non perché se lo ricorda Gianfranco Miccichè, a cui sono grato per le battaglie che porta avanti. Si tratta, infatti, di uno dei punti chiave di cui si occupa Silvio Berlusconi dal 94. Quindi, non è certo una scoperta. E non a caso il premier è il leader più popolare nelle regioni meridionali, con una fiducia che raggiunge il 77%».
Intanto, lei annuncia per settembre la costituzione, presso il suo ministero, di una Commissione modello Attali.
«Sarà un organismo a costo zero per lo Stato e avrà al suo interno personalità autorevoli, di tutti i colori politici. Ogni ministro competente sta declinando le sue proposte e la Commissione rientra nelle mie prerogative. Sarà il mio contributo».
A volte sembra che Pdl e Lega parlino due lingue diverse e che si debba sempre trattare su ogni cosa.
«Non è così. Il Carroccio condivide il progetto di sviluppo per il Sud e il federalismo va in questa direzione».
Torniamo alla Commissione. Avrà davvero uno spirito bipartisan?
«Assolutamente sì. E i due principali partiti italiani, insieme ai loro alleati, hanno bisogno di concordare su alcune scelte, altrimenti il Sud muore. Non può esserci solo la ricetta del centrodestra o del centrosinistra: entrambi i poli devono lavorare insieme e serve una concordia istituzionale. Ma per ottenere risultati concreti, si deve sapere cosa cè veramente da fare. E poi...».
Continui.
«Il meridionalismo dorme da trentanni, anche perché messo in parte fuori moda dalla Lega. Ma adesso dobbiamo riattivare la circolazione delle idee. Il governo non è ununiversità, non fa seminari. Ecco perché si deve lanciare pure un appello a sindacalisti, imprenditori, stilisti e così via, per chiedere, a Milano prima che a Palermo: vogliamo che il Sud rallenti la crescita italiana o che corra per rilanciare lintero Paese?».
Tutti insieme per produrre nuove idee?
«Esatto, è questo lo spirito. Con lobiettivo di chiamare a raccolta la borghesia, la società italiana, per aggiungere al dibattito proposte buone e concrete».
Chi presiederà la Commissione?
«Lavevo proposto allex capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, ma ha declinato lofferta, fornendo le sue motivazioni.
Il nome?
«Non lo dico».
Ma cè già?
«È chiaro che labbiamo trovato e che ha già detto di sì...».
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