Ho un carissimo amico che da sempre, e sempre significa dal millenovecentonovantaquattro, tiene il telefonino spento. In vent'anni credo mi sia capitato una volta sola di trovarlo acceso. Quando ha risposto ci sono quasi rimasto male: «Non stai bene?», gli ho domandato. Il mio amico è un manager di successo, la cui carriera procede come meglio non potrebbe. È un uomo d'azienda che nell'era del sempre connessi ha saputo fare della non connessione il proprio efficiente sistema di comunicazione e della segreteria automatica del telefonino un personalissimo inno all'indipendenza. È talmente metodico e democratico nell'attuare tutto questo da non aver mai fatto differenze fra gradi d'amicizia, parentele e organigrammi aziendali. Lui, semplicemente, non risponde a nessuno subito; lui, semplicemente, risponde a tutti dopo. Un dopo scaglionato nella giornata, un dopo che talvolta tracima nei giorni successivi quasi, lui, sapesse intuire il grado d'urgenza di chi chiama. Un dopo che sceglie, individua, gestisce a proprio insindacabile giudizio. Da vero padrone del tempo.
Non mi stupisce che abbia fatto carriera. Credo che saper essere padroni del tempo lavorando in una multinazionale sia da guinness dei primati. Ma credo di aver intuito su cosa poggi parte del suo successo. È che chiamarlo, anche per affari, diventa quasi rilassante. Proprio così. Sapere che mai risponderà subito, t'invoglia a telefonargli perché deresponsabilizza e perché consente di farlo in momenti che altrimenti non useresti. Per esempio dalla seggiovia dieci secondi prima di scendere, per esempio dall'aereo quando le hostess ti guardano minacciose al decollo, per esempio entrando in riunione, per esempio facendo ciao ciao ai figli che escono da scuola e corrono verso di te. In tutti i casi, sai sempre con certezza matematica che uno squillo basterà, che richiamerà, che non perderai tempo e non ti ritroverai con i figli per mano e il telefono tra spalla e orecchio come capita con tutti gli altri umani che invece rispondono subito. No. Con lui si va sul sicuro. Anche perché da vero padrone del tempo sa gestire il proprio e quello altrui.
A suo modo un profeta.
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