«Il mio viaggio-incubo a bordo della Domiziana»

Novella Eva

Tirrenia, ex amore mio! Ho viaggiato giorni fa (esattamente l’11 di giugno sulla rotta Genova-Olbia) sull’antica (eufemismo, ovviamente) «Domiziana», una delle mitiche «strada» che tanto dominarono i mari negli anni Ottanta.
Sì, c’è ancora e, ecco l’incubo, viaggia ancora sulla stessa rotta ed offre ai passeggeri un’immagine disastrosa. Vi ricordo la cabina che mi ha accolto, ricordatela e non chiedetela mai doveste pensare ad un passaggio sulla Tirrenia, il numero è il «240», una cella, un cunicolo, forse meglio le celle di Marassi, meglio i cunicoli dove si nascondevano i banditi prima dell’assalto. La «240», un incubo: due metri per due (ma forse nemmeno), senza aria condizionata, sporca, senza doccia con biglietto da «Euro 191». Mica storie!
Povera Tirrenia, che fine hai fatto! Tirrenia, ex amore mio: erano gli anni Ottanta, quando la compagnia dominava i mari del Mediterraneo, cabine belle, accoglienti, a terra l’indimenticabile comandante Bubbi, sulla tolda il comandante che a volte ti riceveva pure e a volte lasciava in cabina un cesto di frutta fresca. Altri tempi, altri comandanti, forse altri bilanci. Erano anni ruggenti, si andava alla scoperta di una Sardegna ancora selvaggia e non violentata dal cemento. I viaggi in Tirrenia erano delle piccole crociere, spesso si cenava a bordo col Comandante. L’accoglienza era deliziosa, erano quelle navi una specie di «Orient Express» del mare. Oggi? Un disastro, una umiliazione per i passeggeri che si avventurano a prenotare. Paghi la prima classe e non ti dicono nemmeno che tipo di cabina ti danno, arrivi a bordo e ti sbattono davanti una chiave, un numero e «vada avanti, corridoio a sinistra».
Le belle cabine degli anni Ottanta sono diventate loculi funerari, poca luce, sporcizia un po’ dovunque, bagni di plastica, rumori a non finire. E i passeggeri si arrabbiano, scene che puntualmente si verificano alla reception, lamentele, contestazioni, mamme con bimbi piccoli che non sanno come muoversi, personale a dir poco imbarazzante.
Questa è la Tirrenia del terzo millennio.

Privatizzarla? Forse, o forse ancora meglio «affondarla» definitivamente: gli anni felici delle partenze puntuali, degli arrivi altrettanto precisi, i viaggi con ospiti di lusso, tutto finito, resta l’incubo di una certa cabina, la «240»...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica