In Francia, nei paraggi di Indre, sta Neuvy-Saint-Sépulcre, cittadina così chiamata per via della basilica che vi sorge. Detta basilica, dedicata a Santo Stefano, fu costruita nel 1049 a imitazione di quella del Santo Sepolcro in Gerusalemme, cioè a pianta rotonda (sono tantissime in tutta Europa le chiese così fatte). In essa è conservata una reliquia straordinaria: due gocce del sangue di Cristo. Queste gocce di sangue raggrumato non hanno eguali al mondo perché, a differenza di altre reliquie simili, sono purissime, cioè non frammiste ad acqua o terriccio. Si dice che le abbia portate lì dalla Terrasanta nel 1257 il cardinale Eudes del titolo vescovile di Tuscolo, che era stato per sei anni legato pontificio alle crociate. La reliquia è contenuta in una teca di cristallo cilindrica chiusa ai due lati da artistiche coperture d'oro massiccio e sorretta da un angelo, pure d'oro, inginocchiato. Nel 1621 l'arcivescovo di Bruges, Adré Frémiot, affidò la reliquia in questione alla appositamente fondata Confraternita del Preziosissimo Sangue. Nel 1623 il papa Gregorio XV accordò numerose indulgenze ai pellegrini che si recavano a Neuvy-Saint-Sépulcre a venerare il sangue di Cristo, che nel corso di secoli ha elargito non pochi miracoli, tutti attestati.
Ancora oggi, il lunedì di Pasqua e il 1° luglio, il sacro oggetto è celebrato con messe solenni e processioni. Ora, permettetemi di segnalarvi un paio di libri per le vacanze: «Da che pulpito...», di Roberto Beretta (Piemme), su certe omelie; Massimo Camisasca, «Terra e cielo» (Cantagalli).www.rinocammilleri.it
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