Spaccatura completa. L’ultima chiamata alla Fiom da parte di Uilm e Fim si è conclusa secondo le attese: tre ore di serrato confronto tra i leader dei sindacati delle tute blu, Fiom (Maurizio Landini), Fim (Giuseppe Farina) e Uilm (Rocco Palombella), hanno sancito «le distanze incolmabili ». Alla disponibilità palesata da Uilm e Fim a riallacciare con Fiat per avviare un confronto in grado di portare a discipline specifiche per il settore dell’auto, seppur nel quadro del contratto di lavoro metalmeccanico, Landini della Fiom ha ribadito il «no» a discutere sul modello dell’accordo separato firmato dalle altre due sigle per lo stabilimento di Pomigliano. Insomma, se un punto d’incontro sarà trovato per Mirafiori, vedrà partecipi Fim e Uilm insieme a Fismic e Ugl. E pensare che, ai tempi della defunta Flm, la Federazione nazionale dei metalmeccanici nata nel 1973, le tre sigle vantavano l’ambizione di rappresentare la punta avanzata e uno stimolo verso un più elevato grado di unità sindacale. Altri scenari. Solo Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, crede nel miracolo di Natale: «C’è ancora tempo - afferma speriamo che la Fiom ci ripensi o sarà l’ennesimo accordo separato». E sullo «strappo» di Fiat: «Confindustria non è delegittimata; Marchionne può fare tutto, tranne licenziarmi, perché - grazie a Dio ho la mia azienda». Il risultato dell’incontro di ieri che ha visto sganciarsi definitivamente la Fiom dal carro sindacale, è che Uilm, Fim, Fismic e Ugl potrebbero riunirsi con Federmeccanica già lunedì 19 dicembre e, nelle prossime ore, inviare una mail a Sergio Marchionne dicendosi pronte a risedersi al tavolo. In Fiat stanno alla finestra. In proposito, la Fim ha detto sì anche a «una gestione transitoria, fuori dal sistema, perché l’importante è che a regime, poi, si confermi il sistema contrattuale e si ricomponga un sistema di normalità». Sulla stessa posizione il leader della Uilm, Palombella: «Siamo disponibili a discutere con Fiat nell’ambito del contratto nazionale del lavoro. La trattativa la vogliamo fare, diciamo che il contratto non si tocca ma anche che, se ci sono delle necessità, siamo disponibili a discuterne, a vedere se è possibile raggiungere un accordo su una disciplina specifica». Il messaggio a Marchionne è, in pratica, il seguente:«No all’ipotesi di un contratto specifico per il settore dell’automobile, ma un via libera al confronto su eventuali discipline specifiche nella cornice del contratto dei metalmeccanici».
Un appello alla responsabilità è intanto arrivato dal leader della Cisl, Raffaele Bonanni, affinché la vicenda Mirafiori possa concludersi quanto prima altrimenti «ci facciamo male tutti». «Torino non è Pomigliano - ha precisato - se crepa Torino crepa la Fiat e si fa male anche il sindacato; è davvero importante che si facciano gli investimenti».PBon
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