Miss omicidi senza troppe pretese

Miss omicidi senza troppe pretese

Francesca Camponero

Ancora una volta non si è dimostrata facile l’impresa di tener testa ad un film di successo del passato, come quello di Frank Capra, l’indimenticabile «Arsenico e vecchi merletti», girato nel 1941, che aveva tenuto alto il morale dell’esercito inglese e americano negli anni duri dell’ultimo conflitto mondiale.
Un film che anche negli anni a seguire, quando a prenderne visione, non è stato più solo un pubblico di soldati, ma di nonne, mamme, zie e di qualcuno di noi, ora un po’ avanti con l’età, non può non essere ricordato per aver fatto trascorrere 90 minuti divertenti, fatti di quel divertimento raffinato che ben di rado si prova con la visione dei film comici di oggi.
Il bravo Attilio Corsini, regista della Compagnia Attori & Tecnici, director di altre commedie di questo genere di teatro, ha senz’altro fatto del suo meglio nella sua messa in scena, ma non aveva a disposizione gli attori del cast del film di Capra, purtroppo.
L’aitante Giorgio Lupano, usa una recitazione troppo concitata e isterica, un po’ fuori misura, tralasciando quella garbata ironia, che sarebbe senz’altro più indicata al ruolo del nipote Mortimer, critico teatrale,sostenuto nel film dall’impareggiabile Cary Grant.
Così come Miranda Martino e Viviana Toniolo, sia pur brave, corrispondono ben poco ai personaggi delle sorelle Brewster, due vecchiette convinte che dare la morte a chi è solo al mondo sia la cosa più giusta e ragionevole da farsi. E questo non certo per cattiva recitazione, ma perché le note attrici sono ancora due donne troppo giovani e piacenti per un ruolo del genere. Sarebbero ancora adatte ad altro tipo di seduzione, piuttosto che a quello di imbonire le povere anime sole,facendo bere loro l’elisir avvelenato!
Antonio Conte, il nipote Jonathan in fuga dal manicomio criminale, e Roberto Della Casa, il falso chirurgo plastico, Dott. Einstein, sono i personaggi più centrati, in quanto eseguono la loro parte con abile capacità e, soprattutto, con quella complicità fra di loro che rende le gag divertenti e di esilarante effetto.
Nel complesso lo spettacolo è comunque piacevole e offre agli spettatori due ore di relax che ben si addicono a queste serate ancora legate alle festività natalizie.

Resta da fare un’ultima riflessione: perché commedie come questa di Kesserling, senza dubbio senza la pretesa di essere inserita in alcun contesto storico, non vengono riproposte nell’attualità dei tempi odierni?
Abiti alle caviglie, falpalà, crinoline e parrucchini hanno fatto la loro storia, il teatro non ha bisogno di questo per riuscire ad emozionare il pubblico, soprattutto, oggi, negli anni 2000.

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