Missaglia, ancora uno schianto: muoiono due ragazzi, tre i feriti

Una manovra incosciente e la forte velocità, sono con ogni probabilità le cause di un tragico incidente costato la vita a un ragazzo e una ragazza, mentre una loro amica è stata ricoverata al Policlinico in condizioni disperate. Tra le vittime Valentina Belcredi, condannata per gli incidenti dell’l1 marzo del 2006.
Il tragico impatto in via Missaglia, uno stradone a quattro corsie che da viale Tibaldi taglia la periferia Sud della città. Una via divisa da un’aiuola spartitraffico, spesso percorsa ad alta velocità, soprattutto di notte. E infatti era da poco passata la mezzanotte quando una Ford Fiesta proveniente dal centro, giunta all’altezza di via Selvanesco a Gratosoglio, sembra abbia effettuato un’inversione a «U». In quel momento, dalla periferia giungeva una Mercedes che ha speronato l’utilitaria.
Sul posto sono arrivati i vigili urbani, quattro ambulanze e due automediche. I soccorritori hanno avuto anche qualche difficoltà a estrarre i cinque corpi dalle lamiere contorte delle due vetture. Purtroppo per due dei quattro occupanti della Fiesta, Fabio Cecere di 29 anni e Valentina Belcredi, non c’era più nulla da fare. In condizioni disperate Stefania Cioni, 29 anni, ricoverata al Policlinico in prognosi riservata. Meno gravi le condizioni del quarto occupante l’utilitaria, un giovane di 27 anni, trasportato al Fatebenefratelli e di A.S., 25 anni, il conducente della Mercedes investitrice.
Fabio Cecere era originario di Monzuno, in provincia di Bologna, e si era trasferito a Milano da qualche anno. Tragico gioco del destino, sua moglie era morta qualche tempo fa in un altro incidente stradale. Proviene invece da Siena la giovane ricoverata al Policlinico. Mentre la Belcredi abitava in città ed era una nota frequentatrice dei centri sociali milanesi. Salì alla ribalta della cronaca l’11 marzo del 2006 quando circa 300 giovani appartenenti alla sinistra «antagonista» si concentrarono in piazza Oberdan per impedire un corteo di Ordine Nuovo.
Gli incidenti scoppiarono verso le 13 quando i manifestanti cercarono di «prendere» la piazza. Partì un lancio di razzi, sassi e bottiglie incendiarie contro il cordone delle forze dell’ordine, vennero spaccate vetrine, rovesciate macchine e fioriere per improvvisare barricate e incendiata una sede di An.

La giornata si concluse con l’arresto di una cinquantina di dimostranti, 25 dei quali rimasero poi quattro mesi in carcere. Tra loro appunto la Belcredi, poi condannata a quattro anni a luglio in primo grado, sentenza confermata in appello nel novembre del 2007.

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