Massimiliano Morelli
Sardo di nascita, romano dadozione, un passato da allenatore alla Lazio, in Portogallo e persino in Cina, Giuseppe Materazzi oggi è lucido opinionista televisivo. Nei giorni scorsi è stato fra i testimonial di una mostra di beneficenza in favore dei bambini del Paraguay, Paese spesso trascurato dagli aiuti internazionali, dei quali invece ha sempre più bisogno: la popolazione, discendente in larga parte dagli indios Guarani, versa in uno stato di grande povertà e due bambini su cinque non possono frequentare la scuola».
Mister Materazzi, questa è uniniziativa solidale, portata avanti senza enfasi, ma con tanto sentimento.
«È vero. Queste sono idee che possono sostenere tutti, anche se viviamo nellepoca del consumismo».
Come si può aiutare chi sta peggio di noi?
«Le faccio un esempio: siamo abituati a mettere una giacca poche volte, per poi metterla via chissà dove. Ebbene quella giacca in un altro angolo del pianeta può essere fondamentale per qualcuno».
Insomma, basta un piccolo gesto...
«Sì, anche se, ovviamente, si può fare di più: lumanità deve sentire la necessità di aiutare gli altri. Io sono stato in Paraguay insieme ad altri genitori adottivi, per capire dove andavano a finire le nostre iniziative.
Cosa occorre ancora?
«Sono convinto che con la buona volontà di ognuno di noi si possono raggiungere obiettivi importantissimi».
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