Con «Miti e Dive», in mostra a Cesano Maderno 50 anni di sartoria italiana

La grande moda italiana in mostra a Palazzo Borromeo di Cesano Maderno. Fino a domenica 17 gennaio, Palazzo Arese Borromeo ospiterà infatti la mostra «Miti e Dive - 50 anni di sartoria italiana», appuntamento conclusivo dell'evento internazionale Ftl Moda 2009. L’esposizione è un affascinante viaggio tra gli abiti e gli stilisti più famosi al mondo. Le immagini d'epoca e gli allestimenti accompagnano i visitatori attraverso le testimonianze di un fenomeno creativo e imprenditoriale che ha caratterizzato più di ogni altro il nostro Paese negli ultimi 60 anni. I visitatori cammineranno tra gli abiti delle dive di Hollywood firmati Armani, Ferrè, Versace; scopriranno gli aneddoti e la cronaca di quel che succedeva a Cinecittà nei ruggenti anni Cinquanta e Sessanta, quando negli studi romani sbarcarono Liz Taylor, Ava Gardner, Audrey Hepburn e Anita Ekberg. Tutte star che tra un ciak e l'altro divennero assidue frequentatrici delle sartorie capitoline. La mostra raccoglie cimeli e testimonianze di una stagione straordinaria che celebrò gli abiti-scultura di Roberto Capucci e la magia di Valentino; la «corte» delle clienti di Fernanda Gattinoni e i «pigiami-palazzo» portati a fama internazionale da Claudia Cardinale; gli ingualcibili e celebri completi di Ken Scott ed Emilio Pucci. L’iniziativa, realizzata dal Comune di Cesano Maderno, è ideata da Ilaria Niccolini Production in collaborazione con il Museo per la Moda della Fondazione Sartirana Arte. «Dopo una lunga attesa - commenta il sindaco Marina Romanò - la nostra città è orgogliosa di ospitare, nell'incantevole cornice di Palazzo Borromeo, un'entusiasmante collezione di creazioni rigorosamente firmate dai designer più importanti e celebrati del XX secolo, divenute icone di livello mondiale per i successi raggiunti».

Tra i sostenitori della manifestazione, anche l'Istituto italiano di cultura di Washington: «Sono felice che la mostra sulla moda italiana, appena portata in passerella a Miami, sia giunta ora in Italia - ha commentato il direttore dell'Istituto Rita Venturelli -. Lo sono perchè rappresenta un incitamento alla mescolanza e alla sintesi, alla creatività dei due Paesi». FS

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