Mito diventa un reality ed entra nelle docce di tutti

Da Truman show in poi tutto è cambiato, e allora benedetti reality che da anni contaminano ogni zona del pubblico e del privato, dalle fattorie alle tate, dai centri estetici alle patrie galere. E benedetta pure la rete web, massima espressione di democrazia mediatica ma anche intrigante territorio di esibizione e entertainment a costo zero (o quasi). Il progresso della comunicazione avanza e la cultura non si sottrae. Così sorprende fino a un certo punto che il festival Mito, che da oggi ramificherà le sue note come un blob in tutti i meandri dell’urbanità -dai cinema alla metropolitana alle sale d’aspetto dell’aeroporto- si intrufoli anche nelle docce dei milanesi. Anzi, di tutti gli abitanti del pianeta abituati a canticchiare la solita vecchia canzone mentre si insaponano le ascelle, e che avranno la voglia di autofilmarsi per partecipare al concorso «Cantando sotto la doccia», ultima trovata del festival. Poichè una storica battuta diceva che chi non conosce la solita vecchia canzone vuol dire che sotto doccia sta muto ed è sospetto, è molto probabile che ci sarà una vera e propria corsa alla performance migliore che, dopo essere videodocumentata (qualsiasi mezzo è ammesso, dalla camera professionale al telefonino), andrà caricata su Youtube e pubblicata sul sito www.mitodocciamusica.it. Gli autori dei video più simpatici vinceranno biglietti agli eventi artistici di Milano e Torino o con abbonamenti alla quarta edizione di Mito. Il brano da cantare, ovviamente, è a totale discrezione del bagnante e non ci saranno discriminazioni per la tecnica e l’intonazione. Basta solo posizionare l’occhio della videocamera -meglio se subacquea ma fa lo stesso- aprire l’acqua alla temperatura giusta, fare un bel respiro e cominciare a cantare, una delle attività che sono sempre riuscite gradite agli italiani. Vanno bene anche canzoni totalmente inventate -sottolineano gli organizzatori- l’importante è andare in scena e poter dire: a Mito c’ero anch’io, o meglio, io sono Mito; anzi un vero mito. «La sfida oggi -dice l’assessore Massimiliano Finazzer Flory- è trasformare gli ascoltatori della musica in promotori per la musica». Ben detto ma c’è di più. Saranno particolarmente apprezzati -è scritto nel bando di concorso- «i video che metteranno in scena delle situazioni originali e che dimostreranno la creatività dell’autore». Speriamo in bene, ma sappiamo che la creatività è l’unica dote che non manca agli italiani. Nel frattempo, il Festival che si inaugura oggi si arricchisce di un fuoriprogramma che conta 150 spettacoli che avranno luogo nelle piazze, nelle metropolitane e attorno a un palco per libere esibizioni.

A partire da oggi alle 16 l’Ottagono di galleria Vittorio Emanuele risuonerà con le note del concerto gospel dei SanPa Singer e alle 18 chi ha già finito di lavorare potrà recarsi in Brera per seguire la presentazione di Finazzer Flory del quadro «La predica di San Marco in Alessandria». Poi, chi non può andare alla Scala, può correre sotto la doccia.

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