Bologna - Paolo Guzzanti vuole che si riparli della vicenda Mitrokhin, «una delle grandi porcherie d’Italia caduta nel dimenticatoio». «Io continuo ad indagare - ha detto in una conferenza stampa a Bologna il senatore di Forza Italia, già presidente della commissione Mitrokhin - e porterò davanti al tribunale, anche a quello della storia, chi ha partecipato al complotto contro di me e contro Mario Scaramella».
Guzzanti ha ricordato la «trappola per due», scattata a Londra quando fu ucciso Alexander Litvinenko e Scaramella «fu assassinato moralmente» per poi finire in carcere, ma soprattutto ha attaccato il silenzio dei mezzi di informazione dal momento in cui «sono state smontate le accuse nei miei confronti di aver creato "servizi paralleli" e di aver fabbricato dossier, che peraltro nessuno ha mai visto e che non sono stati utilizzati in campagna elettorale, il periodo in cui, se fossero esistiti, avrebbero avuto un’utilità. Il Copaco ha accertato che non era vero nulla ma la stampa non è stata informata».
L’ex presidente della "Mitrokhin" ha nuovamente citato l’intervista di "Repubblica" del 26 novembre scorso a Evgeni Limarev che gli lanciò queste accuse, per poi ritrattare tutto e le intercettazioni illegali cui è stato sottoposto e che sono state diffuse.
«Come giornalista continuo a indagare anche su Prodi e sui suoi rapporti prima con l’Urss e il Kgb e poi con la Russia di oggi - ha detto Guzzanti -. Esiste la possibilità che risulti essere stato non dico una spia ma quello che si può definire un ’agente di influenzà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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