La moda Corsa a tatuaggi e piercing, ma attenzione all’igiene

DIFFERENZE I ragazzi marchiano braccia e spalle, le donne parti più sensuali come caviglie e inguine

Sulle spiagge delle vacanze i corpi stesi a catturare la tradizionale tintarella esibiscono sempre più spesso tatuaggi e piercing. Una vera e propria gara... a chi ce ne ha di più, più grossi, più elaborati e più originali, che influenza sempre di più le fasce più giovani della società. Sembrava essere una moda destinata ad estinguersi con il passare del tempo - e del resto c’è anche chi il tatuaggio se lo fa togliere, come abbiamo raccontato su questo giornale qualche giorno fa - ma a conti fatti è sempre più numeroso il popolo di coloro che amano differenziare la propria pelle «marchiandola» a vita. Segno distintivo dei marinai, dei malavitosi e degli estrosi fino a qualche tempo fa, poi moda dei pochi all’inizio, oggi risulta essere sempre più diffusa contraddistinguendo l’epidermide di una larghissima percentuale di estimatori.
A parlare di un vero e proprio boom, sono la stragrande maggioranza dei laboratori della capitale, dove per farsi tatuare bisogna prenotare un appuntamento e l’attesa può arrivare anche a un mese. I soggetti più gettonati sono i disegni scelti dai personaggi famosi come il mood africano, le scritte orientali, i nomi e le frasi ad effetto. I ragazzi, preferiscono farsi tatuare sulle braccia e le spalle, mentre le ragazze amano farsi marchiare nelle parti più sensuali, come l’inguine o la caviglia. Per quanto riguarda il piercing, le parti del corpo prescelte sono naso, ombelico e lingua. Per i più maturi, invece, il viso, con l’anellino sulle labbra, su mento e guance con palline-gioiello.
Il tatuaggio, si sa, è destinato a durare nel tempo invecchiando insieme alla pelle di chi lo detiene, ma negli ultimi anni sono state inventate tecniche per realizzare dei disegni temporanei mediante l’utilizzo di una sostanza naturale, l’henné. Ciò non toglie che anche per tale realizzazione alternativa è rigoroso il rispetto di sicure norme igieniche. Se non si è rigidi nel rispetto di tale vincolo è possibile incorrere in dermatiti, arrossamenti, gonfiori, se non addirittura nello choc anafilattico. Per chi invece ha dei ripensamenti ed è intenzionato a rimuovere il proprio tatuaggio, può eliminarlo ricorrendo alla tecnica del laser.
È il metodo maggiormente utilizzato ma come tecnica deve essere ulteriormente migliorata in quanto presenta molti aspetti non entusiasmanti. Il ricorso al laser comporta una spesa considerevole; l’alternativa a cui una larga percentuale ricorre è rappresentata dalla sovrapposizione al vecchio disegno di un nuovo soggetto, in tal caso caratterizzato da una fisionomia più complessa. Inoltre, negli ultimi anni, specialmente a Roma si sono moltiplicati i labotatori di improvvisati maestri del tatuaggio, mettendo da parte qualsiasi prevenzione igienico-sanitaria.
Spesso chi si sottopone ad un tatoo, non è sufficientemente informato sui rischi ai quali va incontro; il rischio infatti può anche precedere l’incisione stessa. Il pericolo arriva dalle boccette d’inchiostro che vengono a contatto con gli aghi e che difficilmente sono sostituite per ciascuna seduta. Non basta quindi che solo gli aghi siano monouso, ma soprattutto l’inchiostro perché intingere l’ago nel liquido usato per altre persone porterebbe alla trasmissione dell’epatite.

Il pigmento dei tatuaggi è molto resistente perché viene metabolizzato dalle cellule della pelle che lo assorbono in modo permanente. La pelle può subire dei traumi, arrossarsi, avvertire prurito, pus ed inevitabilmente si ricorre alle cure antibiotiche per guarire.

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