
L’ultima imbracciata dall’attrice (lei non la indossava mai tenendola per i manici) era diventata un manifesto politico. L’aveva decorata con tutto ciò che le stava a cuore: una foto dell’attivista birmana Aung San Suu Kyi cucita sotto al mitico lucchetto, piccoli cimeli tibetani appesi alle chiusure dorate, un minuscolo portachiavi con la Torre Eiffel a penzolare lì in mezzo… Ma la prima Birkin, quella creata appositamente per Jane nel 1984, è stata battuta oggi all’asta da Sotheby’s, a Parigi, per 8,582 milioni di euro (incluse le commissioni).
Una cifra impressionante per una borsa, ma la Birkin di Hermes non è mai stata solo un borsa. A partire dalla su nascita. La Kelly per Grace, la Birkin per Jane. Due donne, due stili, due mondi. Solo a uno sguardo superficiale e distratto potrebbero sembrare l’una la versione un po’ più contenuta dell’altra. In realtà seguono modi di vivere, vestirsi e portarsi opposti. La maniera stessa di indossarle racconta tutto: o sei una Birkin, o sei una Kelly.
Quella per l’eterna musa di Serge Gainsbourg nacque su un volo Parigi-Londra. Jane stava viaggiando con la figlioletta Charlotte ed era solita utilizzare un cestino di vimini scovato al mercato di Portobello road della capitale inglese. Si era inventata quell’estroso contenitore perché, diceva, era l’unico in grado di rispondere alle sue esigenze: ne apprezzava la capienza e l’estrema duttilità. Raccontò di averci trasportato persino l’argenteria di casa, una volta.
Fino a quando il suo compagno, il regista Jacques Doillon, lo investì accidentalmente facendo retromarcia con l’auto. Fatto sta che sul volo Parigi-Londra, quel giorno, Jane portava ancora orgogliosamente la sua adorata cesta e sullo stesso aereo si imbattè nell’allora presidente del gruppo Hermes, Jean-Louis Dumas. Incuriosito dall’accessorio, si fece raccontare dall’attrice di che tipo di oggetto sentisse la mancanza. E poco dopo, dal 24 di Rue du Faubourg Saint-Honorè uscì, col suo nome, la borsa creata apposta per lei, la borsa perfetta: grande, elegante, capiente, adatta dalla mattina alla sera su qualsiasi abbigliamento. La maison aveva tenuto conto con precisione dell’utilizzo che madame aveva fatto del suo cestino, delle necessità alle quali rispondeva e del suo modo di portarlo in giro.
E nel 1984 nacque la Birkin. Da quel giorno, Jane e la Birkin divennero inseparabili e si sfoggiarono a vicenda. E lei si disse molto lusingata quando il marchio le chiese il permesso di commercializzare la creazione con il suo nome. La borsa che Hermès realizzò a mano per lei, sviluppata a partire dal modello esistente Haut A Courroies, aveva anche dettagli in ottone dorato, borchie sul fondo e altre caratteristiche che la differenziavano dalle Birkin in commercio. La casa di moda le regalò in seguito altre quattro borse Birkin. Jane conservò quella originale per quasi 10 anni prima di metterla all’asta per un’associazione benefica contro l’Aids nel 1994.
Fu poi venduta nuovamente all’asta nel 2000 e da allora è di proprietà privata, ha fatto sapere ieri Sotheby's. La borsa diventò così famosa che Birkin, prima della sua morte nel 2023 all’età di 76 anni, disse che il suo necrologio probabilmente avrebbe potuto essere: “Come la borsa o qualcosa del genere”.