Modifica una scacciacani e spara al figlio ammalato

Cormano: il ragazzo, sofferente di disturbi psichici, è stato ferito a un dito. Il padre dopo l’arresto: «Mi dispiace di non averlo ucciso»

Vincenzo C., tassista di 59 anni, non sapeva più come fare con suo figlio, da anni disoccupato e affetto da problemi psichici. Così la scorsa notte ha preso una scacciacani modificata e poco prima che Diego si svegliasse, ha esploso due colpi.
La pistola rudimentale e il comprensibile stato d'animo dell'uomo hanno salvato il ventinovenne che, ferito a una mano e alla testa, è riuscito a correre sulle scale e a chiedere aiuto. Ma chi si aspettava che Vincenzo C., passato l'attimo di follia, gioisse del fatto che Diego fosse ancora in vita, ha dovuto ricredersi. L'uomo, ai carabinieri che lo hanno arrestato, avrebbe infatti detto «Mi dispiace solamente di non averlo ammazzato».
Nell'appartamento di una palazzina in via Papa Giovanni XXIII, 15 a Cormano, a pochi passi dal confine con Cusano Milanino e dalla piazza del Comune, come dicono i vicini, «era morta la speranza». Preoccupato di cosa avrebbe fatto il figlio, ex apprendista operaio, una volta che lui e la moglie «non ci sarebbero più stati», esasperato nel vederlo a volte agitato a volte assente e confuso, l’uomo ha trascorso lunghe ore impegnato a modificare la scacciacani che aveva in casa. Ha aspettato che la moglie uscisse dall'appartamento per andare al lavoro e, prima che il figlio si svegliasse, è entrato nella camera del giovane, si è avvicinato al letto e ha sparato. Il ragazzo, che stava riposando con un braccio abbandonato sulla fronte, è stato colpito di striscio alla testa e alla mano. A salvargli la vita anche l'agitazione dell'uomo e la modifica effettuata malamente sulla scacciacani.
Ferito e frastornato, Diego è fuggito. Sulle scale il giovane ha incrociato dei vicini che, spaventati dai colpi, si erano riversati sui pianerottoli. I condomini però credevano che Diego avesse avuto un incidente domestico. Mai avrebbero pensato, nonostante le liti che avevano assistito tra padre e figlio, che fosse proprio Vincenzo il responsabile dell'accaduto. Lanciato l’allarme, il giovane è stato trasportato a Niguarda e sottoposto a operazione chirurgica a un dito della mano destra.
I carabinieri del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Sesto San Giovanni, dopo aver affidato Diego alle cure dei medici, hanno invano bussato alla porta dell'appartamento. Vincenzo C., però non ha voluto aprire. L'uomo si era infatti barricato in casa. Dopo aver cercato inutilmente di ricondurre alla ragione il tassista, i militari sono stati costretti a sfondare l'uscio. All'interno hanno trovato il tassista seduto in poltrona con ancora la pistola in mano. Portato in caserma con l'accusa di tentato omicidio, Vincenzo C. ha detto ai militari di essere esasperato dalle condizioni del figlio. Quindi quella terribile frase. «Mi dispiace solo di non averlo ammazzato».
Secondo le forze dell'ordine, il ragazzo, malato da anni e senza lavoro, nonostante le sue condizioni però non si è mai comportato in modo violento. I vicini di casa, ancora sotto choc per l'accaduto, non vogliono parlare.

Tanti però confermano di aver sentito più volte padre e figlio litigare furiosamente. «Non ci sentiamo di giudicare Vincenzo che probabilmente ha sbagliato a fare quello che ha fatto - dicono i residenti - ma senza dubbio il tassista ha sparato perché non riusciva più a vedere una via di uscita».

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