«Modifiche al tracciato della Tem? Sarebbe un passo indietro di tre anni»

Penati cerca alleati perché la società accolga le richieste dei comuni

Gianandrea Zagato

«Quel tracciato identificato dalla delibera di approvazione del Cipe è riferimento obbligatorio e unico, sulla base delle leggi vigenti, per il prosieguo della procedura ovvero solo su di esso può ora avviarsi la gara». Giuliano Asperti mette un punto fermo sul futuro della Tangenziale est esterna di Milano, che è opera essenziale per decongestionare il traffico nel quadrante est.
E lo fa da Palazzo Isimbardi, dove l’amministratore delegato di Tem spiega ai consiglieri provinciali alcuni dettagli di non poco conto: quel tracciato «accoglie le richieste di modifiche prescritte nel 2003 dalla Regione, comprese quelle osservazioni puntuali dei Comuni», «il ministero dell’Ambiente ha espresso parere favorevole sul tracciato e ha condotto un severo e attento esame sia sulle proposte di modifica che sulle ipotesi alternative di tracciato» e last but not least «la delibera del Cipe comporta una riduzione dei costi e anche del fabbisogno di contributo pubblico, ovvero Tem sta rielaborando il piano economico-finanziario per consentire ad Anas di bandire la gara d’aggiudicazione della concessione». Tutto chiaro, compreso il rischio che «ogni ipotesi di intervento sul progetto preliminare porterebbe l’orologio indietro di tre anni».
Virgolettati senza mai pronunciare il nome di Filippo Penati, presidente diessino della Provincia, che vuole far valere la partecipazione dell’amministrazione di via Vivaio in Tem: «Cercheremo alleati perché Tem avvii subito una collaborazione inserendo le modifiche volute dai sindaci di quarantun comuni nel progetto definitivo. All’assemblea della società presieduta da Antonio Duva chiederemo di dare un mandato preciso al consiglio d’amministrazione e all’amministratore delegato affinché si attivino immediatamente per raccordarsi con quanto sta facendo la Provincia con i sindaci e quanto dovrà quindi fare poi la Tem in sede di definizione di progetto». Pretesa di chi ha fissato un nuovo percorso della tangenziale, che i Comuni interessati hanno poi approvato all’unanimità.
Ma la modifica ipotizzata da Penati, chiosa Bruno Dapei, comporta «un riavvio da capo delle procedure, un ritardo d’intervento con aggravio di costi» sostiene il capogruppo provinciale di Forza Italia. Anche perché, rivela Dapei, «l’ipotesi di utilizzare il tracciato dell’attuale Cerca - la strada che conduce da Melegnano alle vicinanze di Monza - è stata scartata dai comitati tecnici di Tem per insormontabili difficoltà di ordine tecnico». Come dire: «L’amministrazione di via Vivaio sta prendendo in giro i sindaci e le forze politiche, Verdi in testa, ostili al progetto della tangenziale est esterna». Certezza che spinge Roberto Albetti, vicepresidente del consiglio provinciale, ad auspicare «l’intervento della Regione, in grado di superare anche queste nuove difficoltà per raggiungere un obiettivo che tutti dovrebbero giudicare strategico».
E mentre Asperti precisa pure alla commisione Infrastrutture della Provincia che «la società Tem continuerà a mantenere lo spirito costruttivo e la disponibilità a ogni informazione relativa al tracciato, difendendone scelte e contenuti», Penati continua a sostenere che non ci sarà affatto bisogno con il nuovo tracciato di passare attraverso le forche caudine del Cipe.

Tesi che dimentica però un aspetto sostanziale: la legge non impedisce che dopo l’aggiudicaizone e in sede di progettazione definitiva possano essere valutate modifiche progettuali compatibili con le caratteristiche dell’opera ma, attenzione, avverte Asperti, la legge esclude «che nuove opere imposte dal progetto definitivo possano snaturare quello preliminare, così come la delibera Cipe correttamente prevede che esse debbano trovare nuove coperture finanziarie aggiuntive a carico dell’aggiudicatario».
Particolare che non aggiunge certo una sicurezza per il sistema finanziario ma raffredda l’interesse degli investitori privati.

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