Marcello Di Dio
da Roma
Tre mesi di intercettazioni telefoniche (tra luglio e settembre 2004) che hanno descritto uno scenario definito dai magistrati della procura di Torino «inquietante». Ma che non ha portato a ravvisare estremi di reato penale, anche se ora lindagine proseguirà a livello sportivo. E nei colloqui «spiati» tra dirigenti importanti del nostro calcio verrebbero fuori i nomi di molti arbitri del campionato. A cominciare dal neo internazionale Pieri «premiato» con la direzione del Trofeo Berlusconi tra Milan e Juventus, secondo quanto richiesto da Luciano Moggi in uno dei colloqui con lallora designatore Pairetto. Coincidenza: Pieri fu poi designato per Milan-Livorno della prima giornata ed espulse il portiere rossonero Dida dopo otto minuti per un fallo non certo clamoroso. E accanto ai meno famosi Cassarà («questa storia mi sembra un trionfo del paradosso di kafkiana memoria», il commento del palermitano) e Rocchi, la lista - assicurano gli inquirenti - si allungherà con il passare dei giorni. Addirittura si parla di unintercettazione nella quale Moggi consiglia allex arbitro Baldas (opinionista al «Processo») di parlar bene di alcuni fischietti, tra i quali lo stesso Pieri e Bertini. AllAia cè sgomento e incredulità, ma anche paura per il fango che sta piovendo sulla categoria. «Ora vallo a spiegare alla gente che non centriamo niente», è la frase più ricorrente in via Tevere. Sta di fatto che Mattei è in difficoltà sulle prossime designazioni, perchè alcuni arbitri sarebbero finiti nelle intercettazioni. E i fischietti, ma probabilmente anche gli ex designatori (in particolare Pairetto) come persone informate dei fatti, saranno sentiti dalla Procura di Roma come testimoni nellinchiesta sulla Gea.
Di arbitri hanno parlato continuamente Moggi e Pairetto: questultimo, secondo linchiesta torinese, era in «stretta contiguità» con la Juventus. Il dirigente bianconero indicò allex designatore i nominativi di fischietti «graditi» per tre partite amichevoli dei bianconeri, poi effettivamente designati; o ancora commentò l«affidabilità» del direttore di gara del match di Champions Djurgarden-Juve e la «bontà» di un fischietto designato a dirigere la successiva partita europea degli juventini; in alcune conversazioni emerge il fatto che Pairetto e la coppia Moggi-Giraudo «si frequentavano anche di persona», con una cena a casa di questultimo insieme agli ormai ex designatori (laltro è Bergamo). Tanto che Pairetto chiese a Moggi un favore: fare ottenere più in fretta ad un amico una Maserati, permettendogli di scavalcare la lista dattesa. Ma anche telefonate legate allandamento della partita di campionato Sampdoria-Juventus del 22 settembre tra Moggi e Pairetto e tra Pairetto e larbitro.
Lex fischietto di Nichelino si difende dicendo che «la mia buona fede non è in discussione, mi dispiace molto leggere cose che possono apparire diverse dalla realtà. Forse cè stato qualche motivo di inopportunità in certi discorsi, ma in questi anni ho sentito molti dirigenti. La macchina? Era per un mio amico. Per fargli un favore ho solo chiesto di accelerare i tempi di consegna. Cosa che alla fine non è stata necessaria perchè il concessionario è stato estremamente rapido». E secondo i magistrati della procura di Torino, questintercettazione non avrebbe rilevanza penale perchè non configura reato di corruzione.
Ma nelle intercettazioni compaiono conversazioni di vario genere tra Moggi e altri importanti personaggi del calcio, tra cui il ct azzurro Lippi e il giornalista Tosatti. Con lui, il dirigente juventino esprime «critiche colorite al comportamento di un arbitro, contestando l'entità del recupero dato dallo stesso al termine del tempo regolamentare». «Si tratta di una telefonata successiva al pessimo arbitraggio di Fandel in Juve-Djurgarden, confermato dai soli due minuti di recupero in una partita che ne esigeva almeno il doppio», ha spiegato Tosatti che nella conversazione chiederebbe a Moggi se «lo avesse detto al suo amico Pairetto». Sul «caso Lippi» si inserisce una conversazione Moggi-Giraudo riguardante il giornale Tuttosport e il suo direttore Giancarlo Padovan. «Prima di fare certi titoli dovrebbe dare una telefonata».
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