Allo stadio di Torino non è la prima volta che mette piede da quel 7 maggio 2006 che segnò la fine della sua avventura bianconera e fu prologo dei processi che animarono l'estate seguente, portando la Juve in B con maxi-penalizzazione e il suo direttore generale, Luciano Moggi, alla squalifica per 5 anni e a una proposta di radiazione per la quale la Federcalcio ha addirittura dovuto varare una norma ad hoc. Il «rientro» è stato con una partita del Toro. Ma questa sera - confida Lucianone ospite del Chiambretti night di Canale 5 - sarà allOlimpico. A vedere la sua ex squadra per la quale farà il tifo - «ma non torno alla Juve», tiene a precisare - e un ex bianconero che ora veste la maglia del Milan, Zlatan Ibrahimovic, «con il quale ho conservato un ottimo rapporto».
E non si tira indietro, Moggi, quando si tratta di dare giudizi sulla Juve e sul momento di difficoltà che attraversa. «Il primo responsabile di questa Juve malata - dice - ha un nome e cognome: Jean Claude Blanc (amministratore delegato e direttore generale della Juventus, ndr). Di Marotta non bisogna farne un martire e Delneri deve abituarsi a lavorare in questa nuova realtà che è la Juve, molto diversa dalle sue precedenti esperienze. Questa è una squadra che, se si escludono Buffon e Del Piero, non ha leader. La nostra - basta ricordare i mondiali del 2006 - era costruita su grandi campioni. I calciatori bianconeri di oggi non sono in grado di far la differenza, come invece succede a Pato, Ibra o Etoo che riescono a risolvere le partite anche quando Milan o Inter giocano male».
Del gruppo dirigente di corso Galileo Ferraris, Moggi salva il solo Andrea Agnelli, «lunico dirigente con la passione, lesperienza e la conoscenza del calcio». Chiambretti lancia una videoclip in cui Roberto Bettega dice che il mercato bianconero lo faceva lui. «Ho preso io Zidane», sostiene Penna bianca nel video. Moggi sorride. «E infatti io ero lì per vendere e non per comperare». E ne approfitta per lanciare unaltra stoccata alla Juve di oggi: «È vero che abbiamo preso anche qualcuno di cui si sono perse subito le tracce, ma siamo stati anche capaci di venderlo mettendo in cassa qualcosa in più rispetto al prezzo di acquisto. Oggi realizzare plusvalenze è impossibile. La verità però non è che la Juventus sia senza soldi. Ma solo che li ha spesi male».
In chiusura, una frecciata allInter: «Domani il Genoa gioca a San Siro senza tre squalificati. Ai miei tempi, se la stessa cosa fosse successa contro la Juve, avrebbero detto che avevo condizionato i cartellini. Oggi, tutti zitti».
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