La moltitudine dei libri «primi» Oggi debuttanti, domani star

Viviamo tutti per la prima volta, l’esordio è sempre un momento difficile. Proprio perché è una scommessa, però, ci si buttano spesso a capofitto in troppi, specie in letteratura, specie in Italia. Ad anno appena iniziato ci attende una lunga serie di romanzi d’esordio, il genere letterario su cui gli editor hanno più puntato negli ultimi dieci anni. La sensazione è che non si riesca a superare quello stadio larvale di storie ripiegate, temi ombelicali, personaggi esangui. Inoltre il numero delle scrittrici esordienti pubblicate supera nettamente quello dei maschi: sono quasi tutte nate negli anni Sessanta, proprio come il target di lettrici più premiante dell’editoria contemporanea. Insomma, chi per il 2012 si attendesse un bel romanzo classico - come furono ad esempio gli esordi, molto diversi tra loro, di Barbero o Piperno - rischia di rimanere deluso.
Però possiamo tentare di orientarci tra promesse fatte e mantenute. Il primo nome di cui si parlerà nei prossimi giorni, considerando che il suo Il negativo dell’amore è atteso il 31 gennaio, è quello di Maria Paola Colombo, classe 1979, veneta, da dodici anni detentrice del classico posto in banca e assente da qualsiasi banco di scuola di scrittura, che il responsabile narrativa Mondadori Antonio Franchini ha tutta l’intenzione di portare al successo. L’impressione è quella di trovarsi in zona Paolo Giordano, magari con una cifra meno cupa e una risoluzione positiva, a tratti ironica, ma di certo con intreccio sorprendentemente similare ai «numeri primi» (conosciamo i protagonisti alla stessa età dei due di Giordano, e li seguiamo nelle loro vite “ferite” fino alla adolescenza «diversa» e all’esplosivo incontro finale).
Altre due donne chiave dell’esordio all’italiana d’inizio anno saranno Marta Baiocchi e Paola Predicatori. La Baiocchi, scuderia Nicola Lagioia, sarà in libreria il 25 gennaio per minimum fax con Cento micron, dopo un primo lancio con un suo estratto su Granta del novembre scorso. Superati i quarant’anni, biologa, ha una scrittura che bada più al sodo che alla rifinitura e punta a conquistare una fetta di quei lettori «civili» che finora han comprato «non-fiction». Il pretesto è quello della fecondazione assistita, all’apparenza, in realtà si parla di maternità e desiderio femminile di farli, i figli, senza che nessuno dica come, dove e quando (in copertina una donna incinta, la protagonista si chiama Eva).
La marchigiana Paola Predicatori, libraia quarantenne che Rizzoli ha venduto a Francoforte e su cui punta come unica esordiente 2012, invece è in libreria da oggi con Il mio inverno a Zerolandia: ci risiamo con adolescenza, amore, dolore, perdita e riscatto, ma non è D’Avenia e qualcosa di nuovo c’è. In uscita anche la «Niffoi al femminile» Anna Melis per Frassinelli con Da qui a cent’anni, saga familiare imbevuta di sardità in cui i Mele si odiano, si amano e si vendicano nella Barbagia degli anni ’50. Unico esordio maschile di nota di questi giorni, un romanzo di genere, Il male quotidiano (Guanda), di Massimo Gardella, 37 anni, che parrebbe il nuovo Vichi, il nuovo Biondillo, con in più una cifra tutta sua, l’atmosfera, per un noir ambientato sulle rive del Po intorno a un traffico di pesci siluro e molto ben scritto.
Più interessante sembra quel che ci attende per la primavera: Alessandra Libutti (ripescata da un premio Calvino di dieci anni fa) debutta in aprile per Fazi con Thomas Jay e l’atmosfera cambia, si respira aria più cosmopolita, l’ombelico si allarga. Romana, storica del cinema, classe 1967, vive in Gran Bretagna e ha scritto un libro che non sembra italiano, in effetti. Fazi ne ha fatto copie anticipate per i librai, segno che ci crede. La storia è quella di uno scrittore di culto che si racconta a una studentessa che fa una tesi su di lui. Tra loro nascerà un amore. Ma lui è un Oliver Twist contemporaneo, destinato a una vita rocambolesca nella fuga e nella ribellione, unico riscatto la letteratura. Loredana Limone, napoletana, del 1961, è invece il nome su cui punta Guanda per maggio con il romanzo Borgo propizio. Forse non arriverà allo Strega, ma a qualche premio sì, e ci spendono paragoni come Andrea Vitali e Joanne Harris, visto che la storia è quella di un placido paese di provincia e una latteria «per riconciliare con la vita».
In coda, esordi maschili di nomi già noti per altro, cui vi consigliamo comunque di fare attenzione. Come quello di Giacomo Papi, che debutta a maggio con il suo primo romanzo per Einaudi (è consulente di Stile Libero), I primi tornano a nuoto (genere: apocalittico); del drammaturgo e attore Davide Enia, che arriva per Baldini con Così in terra, già venduto in 9 paesi (genere: Palermo-fiction); del direttore di Sette Giuseppe di Piazza che esordisce per Bompiani questa settimana con I quattro canti di Palermo (genere: noir siciliano generazionale); del regista di spot e clip Ago Panini, che il 26 gennaio per la neonata Indiana - collana Tracce curata da Matteo B.

Bianchi - pubblica L’erba cattiva, per cui si attivano, nel minifilm promozionale, Claudia Gerini, Vanessa Incontrada, Claudio Santamaria, Giuliano Palma e molti altri nomi pop-rock (genere: Nick Hornby all’italiana). E infine di Enzo Ghinazzi in arte Pupo, che a febbraio si lancia in un genere inedito, il «thriller sanremese», con La confessione (Rizzoli). Dicono che sia l’erede di Faletti. Almeno come altezza, ci siamo.

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