da Milano
Spesso per farsi unidea bisogna fare un giro allestero. Sulla stampa estera, sintende. Così dopo la prima della Scala, uno dei nostri rari eventi musical-culturali che richiamino anche il fervore delle penne straniere, occorre sfogliare pure giornali tipo Le Monde o El Pais per darsi la misura completa di un evento che la maggior parte dei quotidiani italiani ha benedetto quasi senza se e senza ma. E allora, ecco El Pais che dedica unintera pagina (e due inviati, Gonzales e Vela Del Campo) alla prima della Scala, non trovando nulla di meglio che titolare: «Il fantasma di Muti attraversa la Scala di Milano». E il «fantasma» attraversa in effetti anche tutto larticolo di Gonzales, che poi tira una feroce e prevedibile stoccata alla regia: «In un ambiente dalle prospettive così cupe, si sarebbe apprezzata una certa dose di fasto». E comunque Muti è, comè ovvio ora ma non così prevedibile prima, lassoluto termine di paragone. Infatti la recensione di Vela Del Campo promuove il direttore Daniel Harding grazie a «una direzione agli antipodi» di quella che Muti aveva dedicato alla stessa opera. Insomma, un applauso a mani chiuse, un promoveatur a denti stretti e, soprattutto, un grande cenno nostalgico a Riccardo Muti.
E se il New York Times invece si sbilancia annotando che «Harding aveva già passato il suo test allintervallo, quando si potevano sentire i membri dellorchestra pestare i piedi sul pavimento con approvazione», e il tedesco Die Welt sottolinea più che altro il pubblico entusiasta, invece il Financial Times punta il dito contro il «problema Harding», non tanto «per linclinazione e il profilo atletico che impone alla musica», quanto per «la flessibilità (o la sua mancanza) nel fraseggio e nei movimenti». Insomma, Andrew Clark alla fine scrive: «Non mi aiuta pensare che ad Harding basti solo rilassarsi e crescere un po».
Ma il quotidiano che stronca senza mezzi termini è il francese Le Monde. Che va giù duro fin dal titolo, che sembra quasi una citazione scespiriana del Tanto rumore per nulla: «Grande battage e sinistra noia alla Scala». Quando un giornale prende una posizione così decisa per un evento delicato e ponderoso come una prima della Scala, allora vuol dire che ha ricevuto segnali e pareri assolutamente univoci. E infatti nellarticolo di spalla a pagina 31, firmato dallinviato speciale Renaud Machart, non si usano giri di parole, a segno di una stroncatura alquanto decisa.
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