Mondiali di nuoto, chiuse indagini su abusi edilizi

Rischiano di finire sotto processo 33 persone coinvolte nell’inchiesta su presunti abusivismi edilizi compiuti in strutture sportive in vista dei mondiali di nuoto 2009. La procura ha, infatti, chiuso l’inchiesta nei loro confronti, atto che di norma prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio. Non solo, le strutture 10 dei 15 circoli coinvolti nella vicenda potrebbero di nuovo finire sotto sequestro. Allo stato infatti non è ancora concluso l’iter per la sanatoria avviato con il Comune. Una procedura che era stata avviata ad ottobre e che dovrebbe concludersi entro giugno. L’inchiesta nei mesi si era ampliata e riguardava anche un’altra serie di appalti per lavori per «Grandi Eventi» con ipotesi di corruzione e abuso d’ufficio, ma che è stata invitata per competenza alla procura di Perugia.
Tra le persone che rischiano di finire sul banco degli imputati ci sono Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, i due che si sono susseguiti nel rivestire la carica di commissario straordinario per i mondiali di nuoto 2009, Giovanni Malagò, presidente del comitato organizzatore dei mondiali e presidente del Circolo Canottieri Aniene (la sua iscrizione nel registro degli indagati è relativa a questa seconda qualifica), Simone Rossetti, gestore del centro benessere Salaria sport village (e finito tra le intercettazioni, ormai all’attenzione dei pm di Perugia, con il capo della protezione civile Guido Bertolaso per alcuni incontri che sarebbero avvenuti nella centro estetico), l’architetto Angelo Zampolini. A tutti sono contestate dal pm Sergio Colaiocco ipotesi di abusivismo edilizio.
Cinque i circoli che ancora sono sotto sequestro: Salaria Sport Village, Tevere Remo, Gav New city, Flaminio sporting club, Città Futura. Gli altri dieci circoli sono Roma 70, Roma Team Sport, Cristo Re, Acqua Aniene, Polisportiva Parioli Tiro a Volo, Villa Flaminia, Agepi, Axa, Real Sporting Village, Sport 2000. Alcuni di questi pur avendo presentato al Comune la domanda per la sanatoria non vi hanno allegato la documentazione necessaria; altri hanno invece già presentato tutto il materiale necessario, ma l’amministrazione capitolina non ha ancora provveduto. Sono questi dieci che evidentemente rischiano di essere sequestrati di nuovo.

Nell’ottobre scorso l’assessore capitolino all’Urbanistica Mauro Corsini si era incontrato con il pm Colaiocco, in quell’occasione il Comune di Roma si era impegnato a chiudere la procedura amministrativa delle sanatorie.

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