da Milano
Lingresso di Enel nel nucleare francese è praticamente fatto: manca solo il via libera dellAntitrust europeo e poi laccordo con Edf sarà ufficializzato. E intanto lad Fulvio Conti lancia un messaggio: «Per crescere all'estero, per espanderci in Europa, dobbiamo essere supportati a livello politico perché i nostri concorrenti lo sono, tutta la Francia è schierata. Io - ha aggiunto Conti - mi guardo intorno e se va bene prendo due schiaffi dall'Antitrust e se va male ne prendo tre; mi rivolgo alla politica e sento parlare di carbone e se Civitavecchia si deve fare sì o no. Per favore facciamo le cose». «Per Enel ed Eni la strada è obbligata. La dimensione nazionale è troppo piccola - gli ha risposto il responsabile economico della Margherita, Enrico Letta - bisogna trovare il sostegno del sistema paese, perché possano andare all'estero e fare operazioni importanti». Letta si è detto daccordo anche sulla necessità della costruzione di centrali a carbone pulito.
Lintervento di Conti è arrivato nel giorno dellassemblea di Suez, in cui lamministratore delegato Gerard Mestrallet ha affermato che la fusione con Gaz de France dovrà avvenire a un controvalore che risulti equo per entrambe le società. Il management di Suez è stato infatti ripetutamente criticato per un accordo che secondo diversi analisti non riflette il reale valore del gruppo transalpino, mentre risulta favorevole per gli azionisti Gdf, ossia per l'80% allo Stato francese. Lassemblea ha approvato la «poison pill» che dovrebbe rendere più difficile la scalata dellEnel, ma intanto lUe sta valutando le misure da prendere dopo lintervento del governo di Parigi in difesa di Suez.
Sul fronte Edf, lintesa per la costruzione in Francia della prima nuova centrale di nuova generazione Epr prevede che Enel acquisisca il 12,5% della produzione elettrica con un investimento della stessa percentuale nella costruzione della nuova centrale che prevede un costo di 3,3 miliardi. LEnel parteciperà ad altre tre centrali Epr, il cui costo dovrebbe però scendere in maniera drastica, intorno ai due miliardi per ogni impianto. In questo modo Enel torna in maniera decisa nel nucleare: da un lato la Francia, dallaltro la Slovacchia dove settimana scorsa ha firmato laccordo definitivo per lacquisto di Slovenske Elektrarne, che dispone di impianti nucleari già in funzione di altri in costruzione. Il ritorno al nucleare per Enel non è solo importante sul lato della riduzione dei costi di produzione e della diversificazione delle fonti energetica, ma anche su quello dellacquisizione di tecnologie da cui lItalia era uscita con il referendum dopo Chernobil.
Laccordo con Edf prevede che Enel possa arrivare a disporre in Francia di centrali per una potenza complessiva di circa 3mila megawatt, di cui 1.
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