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140 morti al funerale in Yemen, ma per i sauditi "un errore"

Dopo avere inizialmente negato, ora la coalizone fa marcia indietro sulla strage

140 morti al funerale in Yemen, ma per i sauditi "un errore"

Dopo diciannove mesi di operazioni militari si continua a morire nello Yemen e se più di 6.700 persone sono già state uccise nella campagna lanciata dalla coalizione panaraba guidata dall'Arabia Saudita, per rispondere alla minaccia posta dai ribelli Houthi, a decine i civili continuano a essere falcidiati.

Centoquaranta persono sono morte in un attacco aereo che ha colpito una cerimonia funebre nella capitale Sanaa la scorsa domenica, in un episodio su cui comincia lentamente a emergere la verità, con la coalizione che ammette che si è trattato di un errore dovuto a "informazioni non corrette" e al non rispetto delle regole d'ingaggio.

Un errore, per chi pilotava quell'aereo. Molto di più per chi ha perso qualcuno nella strage sanguinosa in Yemen. Oggi è arrivata la risposta ufficiale dalla commissione d'inchiesta, composto da 14 esperti legali e militari interni alla coalizione, che chiede di intentare una causa contro chi ha ordinato quel bombardamento.

La pista d'intelligence che ha fatto scattare l'attacco parlava di un incontro tra ribelli Houthi armati, a cui avrebbero preso parte anche dei leader del gruppo, con la scusa del funerale.

L'ammissione di un errore da parte della coalizione è forse troppo assolutaria, ma segna comunque un passo avanti: per la prima volta i Paesi guidati dai sauditi ammettono di avere colpito un obiettivo che non andava preso di mira.

Solo, tuttavia, dopo avere inizialmente negato di avere lanciato lo strike.

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