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Putin ricorda l'assedio di Leningrado

Si sono tenute domenica a San Pietroburgo le celebrazioni commemorative della fine dell’assedio di Leningrado. Il presidente Putin fa un appello per non dimenticare

Putin ricorda l'assedio di Leningrado

Ieri (domenica 27 gennaio, nda) si sono celebrati in Russia i 75 anni dall’assedio di Leningrado – oggi San Pietroburgo – una delle pagine più tragiche della storia della Russia del secolo scorso.

A San Pietroburgo davanti al museo dell’Ermitage si è tenuta una parata militare celebrativa. I soldati erano vestiti con le vecchie uniformi degli anni Quaranta e hanno marciato mostrando stendardi e gonfaloni dell’epoca. Per l’occasione in piazza c’erano anche i vecchi carri armati sovietici T-34.

Nonostante le gelide temperature dell’inverno russo, alla manifestazione commemorativa hanno preso parte molti abitanti della città, i quali hanno voluto omaggiare i caduti dell’assedio.

Dal settembre 1941 al gennaio 1944 l’allora Leningrado restò sotto assedio per un totale di 872 giorni. La gente si ritrovò a vivere con pochissimi alimenti a propria disposizione che giungevano solo tramite un corridoio aperto lungo il lago Ladoga, a nord della città. Le fonti sono molteplici, ma si calcola che morirono fino a un milione e mezzo di persone, su una popolazione cittadina che all’epoca ammontava a tre milioni. La maggior parte furono vittime della fame, ma non pochi caddero anche in battaglia e nei tentativi di fuga.

Il presidente Vladimir Putin, che è originario proprio di San Pietroburgo e che nell’assedio perse un fratello maggiore, ha partecipato ieri alle celebrazioni posando dei fiori davanti al monumento della Madrepatria nel cimitero Piskarjovskoe, in cui furono sepolte gran parte delle vittime del nefasto evento.

È dovere dell’uomo contemporaneo informare circa la verità sull’assedio di Leningrado e sulle centinaia di migliaia di morti che esso ha causato. Non possiamo dimenticare le malefatte compiute dai nazisti”, ha dichiarato Putin.

Di recente il governo tedesco ha deciso di donare alla Russia 12 milioni di euro da destinarsi a chi ha sofferto il trauma dell’assedio.

Un trauma che ancora oggi resta indelebilmente nella memoria collettiva dell’intera Venezia del nord.

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