"Abbattete quella statua". Ora la Francia fa la battaglia ai santi cristiani

Il Comune di Les Sables-d'Olonne (Vandea) presenterà il ricorso dinanzi al Consiglio di stato per tentare di salvare la statua dedicata a San Michele

"Abbattete quella statua". Ora la Francia fa la battaglia ai santi cristiani

Prosegue la battaglia politica e giudiziaria per salvare la statua di Saint-Michel, il santo patrono dei paracadutisti. Era lo scorso dicembre quando l'associazione giacobina la Libre Pensée ottenne dal tribunale amministrativo di Nantes il benestare per abbattere entro sei mesi la statua di Saint-Michel ("San Michele e il drago") inaugurata nell'ottobre 2018 nella piazza antistante la Chiesa di Saint-Michel del comune di Les Sables-d'Olonne, in Vandea, nella Francia occidentale. I giudici dettero ragione al'associazione sulla base della legge del 1905 sui rapporti fra Chiesa e Stato la quale "si oppone all'installazione, nello spazio pubblico, di un segno o di un emblema che esprima il riconoscimento di un culto o che indichi una preferenza religiosa" come ricorda la sentenza. Il 16 settembre scorso la Corte di appello di Nantes ha confermato la sentenza del Tribunale: il sindaco Moreau ha ora sei mesi di tempo per rimuovere dalla piazza del paese la statua di San Michele. Ma i cittadini protestano e vogliono andare fino in fondo per salvare la statua dalle barbarie della cancel culture laicista.

Cittadini in strada per salvare la statua

Come riporta Libero, il tribunale di Nantes identifica San Michele come un pericoloso "capo della milizia celeste degli angeli del Bene" facente parte "dell'iconografia cristiana" e avente quindi "un carattere religioso". Per questo motivo la statua va rimossa "da luoghi di proprietà pubblica". La città della Vandea reagisce tuttavia alla sentenza e un referendum indetto dalla municipalità conferma che il 94% dei cittadini chiede al sindaco di procedere fino al terzo grado. Così farà il Comune, che presenterà ricorso dinanzi al Consiglio di Stato. Nel frattempo, la protesta si allarga con una grande mobilitazione. Più di 1.000 persone, lo scorso 15 ottobrre, tra cui 300 ex paracadutisti, hanno marciato a Les Sables-d'Olonne nell'ambito di una "marcia popolare" senza precedenti per difendere la statua di Saint-Michel. Ai piedi del monumento, alto 3 metri, è stata organizzata una "cerimonia patriottica" dalle associazioni di paracadutisti e dal municipio.

Battaglia sull'identità

Quello dei cittadini di Les Sables-d'Olonne non è un capriccio: la battaglia - ora legale - assume i toni di uno scontro sull'identità francese. Che si basa sì sulla laicità dello stato, ma senza rinunciare a tradizioni e simboli della propria storia cristiana. Come spiega infatti, Étienne Madranges, giurista insigne e magistrato onorario, citato da Libero: "La Francia è questa. La Francia ha una storia... i simboli religiosi, testimoni di una storia che risale a duemila anni fa, sono ovunque. Come le migliaia di crocifissi che adornano le strade rurali lontane da qualsiasi chiesa, o nel vocabolario di tutti i giorni, poiché spesso si dice che una vittima ha vissuto un vero e proprio... calvario". Seriamente impegnato nella difesa della statua, anche il sindaco di Les Sables d'Olonne Yannick Moreau sostiene questo approccio. "Il tempo politico delle elezioni e quello giudiziario sono alle spalle. È giunto il momento di celebrare Saint-Michel. Il tempo della discrezione è alle spalle. La città difende il suo patrimonio", ha detto ai media locali, sottolineando inoltre, sui social network, l'energia che alcune persone impiegano per attaccare "la nostra cultura e le nostre tradizioni".

Ora la palla passa di nuovo ai giudici, che dovranno decidere se "svitare" o no la statua di San Michele e tutelare così, non solo un simbolo della tradizione, ma anche la volontà popolare della cittadina della Vandea che vuole che il monumento rimanga al suo posto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica