È morto Papa Francesco. Da mercoledì la salma a San Pietro, funerali forse sabato

L'annuncio del Vaticano: "Alle 7.35 è tornato alla casa del Padre". Forse fatale un ictus. Stasera il rito della constatazione della morte, sigilli a Santa Marta e al Palazzo apostolico

È morto Papa Francesco. Da mercoledì la salma a San Pietro, funerali forse sabato

Papa Francesco è morto. A darne notizia è stato il cardinale Farrell: "Alle 7.35 il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre". Proprio ieri il pontefice aveva incontrato il vicepresidente degli Stati Uniti Dj Vance e, poi, a sorpresa, aveva fatto un breve giro in papamobile tra la folla presente in piazza San Pietro per la santa messa di Pasqua. Sofferente da mesi, era stato dimesso dal Gemelli lo scorso 23 marzo dopo 37 giorni di degenza a causa dei continui problemi respiratori che lo affliggevano da tempo. Una delle possibili cause della morte sarebbe stata però un'emorragia cerebrale non direttamente correlata alle patologie respiratorie.

Il corpo del Papa sarà ora portato, secondo quanto prevede l'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, nella Cappella di Santa Marta dove alle 20 avverrà la constatazione di morte quando il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, stenderà un velo sul suo volto e spezzerà l'anello del pescatore, che ogni pontefice riceve nel momento dell'elezione. La salma sarà poi translata nella Basilica Vaticana per l'omaggio di tutti i fedeli da mercoledì 23 aprile. I funerali, secondo le norme dell’Universi Dominici Gregis, si dovrebbero poi tenere tra il quarto e il sesto giorno dalla morte, quindi tra venerdì e domenica. La decisione sulla data dovrebbe essere presa nella prima Congregazione dei cardinali. Intanto oggi saranno apposti i sigilli agli appartamenti del Papa: non solo quello al secondo piano di Casa Santa Marta ma anche quello al terzo piano del Palazzo apostolico, anche se Papa Francesco praticamente non l'ha mai usato, se non per gli Angelus della domenica. Il Conclave per eleggere il successore - secondo il testo liturgico - si svolgerà tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa. Quindi tra il 5 e il 10 maggio.

L'infanzia e le origini italiane di Jorge Bergoglio

Jorge Bergoglio è stato il primo gesuita e il primo sudamericano a diventare pontefice e il primo a scegliere il nome Francesco, in onore al santo patrono d’Italia. Nasce a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da genitori italiani trasferitisi in Argentina nel 1928. Il padre Mario, un impiegato delle ferrovie, era originario della provincia di Asti, mentre la madre proveniva dalla provincia di Alessandria. “Quando papà è morto, Jorge si è occupato di me, mi è sempre stato vicino, mi ha fatto un po’ da papà, anche se era molto preso dalla sua Compagnia di Gesù”,racconterà la sorella minore Maria Elena nei giorni immediatamente successivi all’elezione di suo fratello. Jorge, invece, nel libro del 2010 El Jesuita di Francesca Ambrogetti, racconta di aver ereditato la fede da nonna Rosa che, poi, era l’unica della famiglia a rivolgersi a lui in italiano. Inizia a lavorare già da adolescente, a 13-15 anni e, nel frattempo, studia per diventare perito chimico. “Ringrazio mio padre per avermi mandato a lavorare. Il lavoro è stata una delle cose che meglio mi hanno fatto nella mia vita e, in particolare, nel laboratorio ho imparato il bene e il male di ogni attività umana... Il mio capo era una donna straordinaria”, dirà il neoeletto Bergoglio in un’intervista rilasciata nel 2013 ad Andrea Tornielli de La Stampa. All’età di 21 anni, a seguito di un’infezione polmonare, il futuro papa subisce l’asportazione di una parte del polmone destro.“Ricordo il momento in cui, con la febbre altissima, abbracciai mia mamma e le chiesi ‘Dimmi che cosa mi sta succedendo!'.Lei non sapeva cosa rispondere, perché i medici erano sconcertati", rivela Jeorge nel libro. Sua madre avrebbe voluto che diventasse medico, ma il 21 settembre 1953 il giovane Bergoglio, dopo una confessione, si converte. “Mi accadde qualcosa di raro, lo stupore di un incontro. Mi resi conto che mi stavano aspettando. Questa è l’esperienza religiosa: lo stupore di incontrare qualcuno che ti stava aspettando. Da quel momento per me Dio divenne colui che ti precede. Uno lo sta cercando, Lui ti cerca per primo”, racconterà in seguito Bergoglio che, all’epoca probabilmente aveva anche una fidanzata. Di sicuro ha avuto un amore adolescenziale all’età di 12 anni per Amalia Damonte, una fanciulla a cui scrisse anche una sorta di lettera d’amore ripromettendosi che, se non fosse riuscito a sposare la sua amata, si sarebbe fatto prete.

L'ingresso nella Compagnia di Gesù

Una promessa divenuta profetica dato che Bergoglio decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e nel 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. “Fui attratto dal loro essere una forza avanzata della Chiesa, perché nella Compagnia si usava un linguaggio militare, perché c’era un clima di obbedienza e disciplina. E perché era orientata al compito missionario. Mi nacque il desiderio di andare missionario in Giappone. Ma a motivo del serio problema di salute che mi trascinavo dietro, non venni autorizzato”, confessa ancora Bergoglio a Tornielli. Completati gli studi umanistici in Cile, nel ’63 torna in Argentina e si laurea al collegio San Giuseppe a San Miguel, prima in filosofia e, poi, in teologia. Il 13 dicembre 1969 viene ordinato sacerdote e trascorre alcuni mesi in Spagna prima di pronunciare la professione perpetua nei gesuiti il 22 aprile 1973. Ritornato in patria, dopo pochi mesi viene nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina e in seguito diventa rettore del Collegio di San Giuseppe (ruolo che ricoprirà anche tra il 1980 e il 1986, quando sarà anche parroco a San Miguel). Questi sono gli anni della dittatura militare che ha sconvolto l’Argentina e l’atteggiamento di Bergoglio nei confronti del regime è sempre stato sottoposto a feroci critiche. Alcuni ritengono che egli fosse un peronista contrario alla teologia della liberazione, mentre altri sostengono che abbia aiutato i preti perseguitati dai militari. Il giornalista di estrema sinistra Horacio Verbitsky, nel libro L’isola del silenzio, ha accusato Bergoglio di essere colluso col regime dell’epoca e persino coinvolto nel rapimento di due gesuiti. Accuse che il pontefice ha sempre respinto e che non trovano riscontro neppure nelle versioni dei diretti interessati. Al giornalista nel 2013 risponde l’allora direttore della sala stampa vaticana, Padre Lombardi che, a SkyTG24, difese così Bergoglio:“Fece molto per proteggere la gente durante la dittatura e, da arcivescovo di Buenos Aires, chiese il perdono per la Chiesa per non avere fatto abbastanza. È da prendere in seria considerazione la dichiarazione di Perez Esquival che esclude qualsiasi compromissione del cardinale Bergoglio con la dittatura in Argentina. La campagna era ben nota, la sua matrice anticlericale è nota ed evidente. Mai vi è stata un’accusa credibile nei suoi confronti, è stato interrogato una volta come persona informata dei fatti ma mai gli è stato imputato nulla”.

Bergoglio nominato cardinale

Nel 1986 Bergoglio termina il dottorato in Germania e, dopo pochi anni dal suo ritorno a Buenos Aires, il cardinale Antonio Quarracino lo vuole con sé come suo collaboratore. Nel maggio del ’92 Papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo e, cinque anni dopo, arcivescovo. Bergoglio sceglie il motto Miserando atque eligendo (avendone pietà, lo scelse) e si adopera subito per stare vicino alle fasce di popolazione più deboli della Capitale argentina. In occasione del Concistoro del 2001, Papa Woijtila lo crea cardinale e nello stesso anno Bergoglio bacia i piedi a 12 malati di Aids. Nel 2002 Bergoglio attacca duramente la classe politica argentina per la grave crisi economica in cui versa il Paese. Negli anni 2000 l’opposizione ai governi dei Kirchner è netta ed evidente in molte uscite pubbliche, soprattutto in occasione della discussa legge sulle nozze gay. Bergoglio, tifosissimo del San Lorenzo e amante del tango, si fa notare per lo stile sobrio ed essenziale già a Buenos Aires dal momento che, da cardinale, rifiuta di vivere nel palazzo episcopale, rinuncia ai cameriere agli autisti, ma abita in un piccolo bilocale e si muove con i mezzi pubblici. Nel 2005 viene eletto presidente della Conferenza episcopale argentina e nello stesso anno partecipa al suo primo conclave dove risulta essere il cardinale più votato dopo il cardinal Joseph Ratzinger che verrà eletto al quarto scrutinio.

Bergoglio eletto, inizia l'era di Papa Francesco

Dopo la rinuncia di papa Ratzinger viene indetto un nuovo conclave che il 13 marzo 2013 elegge Bergoglio come nuovo pontefice. “Che Dio vi perdoni” sono state le prime parole che Bergoglio ha rivolto ai colleghi cardinali che lo avevano eletto. Una scelta di rottura col passato tesa a imprimere una svolta progressista alla Chiesa cattolica. Il nuovo Papa si presenta ai fedeli senza la mozzetta rossa e senza le tradizionali scarpette rosse. “Monsignore, questa la metta lei. È finito il carnevale”, pare abbia detto Papa Bergoglio a monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche. Papa Francesco irrompe dalla loggia delle benedizioni della Basilica Vaticana con parole che resteranno impresse nella memoria di molti fedeli: “Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell'accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. Nonostante le differenze di stile e di linea dottrinale Papa Francesco e il Papa emerito Ratzinger mantengono un rapporto stretto e cordiale.“È come avere un nonno a casa, il nonno saggio, venerato, amato, è un esempio di prudenza… È come il mio papà, se avessi una difficoltà, una cosa che non ho capito, posso andare a parlare con lui”, dirà Bergoglio. Il 27 aprile 2014 i due papi hanno concelebrato la canonizzazione dei loro predecessori Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e l’8 dicembre 2015 hanno aperto insieme la Porta per il giubileo straordinario della misericordia.

Padre Federico Lombardi ha, poi, confermato molte indiscrezioni alquanto inedite per l’occasione: Papa Francesco ha telefonato a Ratzinger poco prima dell’Habemus Papa e il giorno seguente ha pagato il conto della Casa del Clero dove aveva alloggiato fino al giorno prima. Rinuncia, inoltre, di vivere nell’appartamento del Palazzo Apostolico e opta per risiedere insieme ad altri nella Domus Sanctae Marthae. Papa Bergoglio, invece, spiegherà così la scelta di chiamarsi Francesco: “Nell'elezione, io avevo accanto a me l'arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po' pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l'applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: ‘Non dimenticarti dei poveri!’. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d'Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l'uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d'Assisi”. Il 17 marzo, al termine del suo primo Angelus, Papa Francesco saluta i fedeli che lo ascoltano in piazza con una formula che diventerà un suo ‘marchio di fabbrica’: “Buona domenica e buon pranzo”.

La linea progressista impressa da Papa Francesco

A destare scalpore è la decisione di Papa Francesco, nel luglio 2013, di far visita all’isola di Lampedusa in segno di vicinanza ai profughi che scappavano dall’Africa. Quella di Bergoglio diventa una “Chiesa ospedale da campo”, aperta alle “periferie esistenziali del mondo”. Le aperture del nuovo papa al mondo progressista sono notevoli, ma non riguardano l’aborto, l’eutanasia e le nozze omosessuali, sebbene all’inizio del suo pontificato abbia dichiarato: “Chi sono io per giudicare un gay?”. Papa Francesco, invece, nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, apre alla possibilità che divorziati e risposati possano fare la comunione. Nel giugno del 2016, quattro cardinali tradizionalisti, tra cui l’italiano Carlo Caffarra, hanno controfirmato 5 dubia sul tema a cui Papa Francesco non ha mai dato risposta. In due note a piè di pagina dell’enciclica, però, Bergoglio spiega che “in certi casi” l’aiuto della Chiesa per le situazioni difficili“potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti”, perché “il confessionale non deve essere una sala di tortura” e “l’Eucaristia non è un premio per i perfetti, ma un alimento per i deboli”. Risale al 2015, invece, l’enciclica Laudato Sì con la quale il Papa abbraccia un ambientalismo spinto che, alcuni anni dopo, tornerà di moda anche grazie una giovane adolescente come Greta Thunberg.

Le riforme volute da Papa Francesco

Per affrontare il tema della pedofilia nella Chiesa, nel 2014, Papa Francesco istituisce una Commissione apposita e dichiara: “Mi sento chiamato a farmi carico di tutto il male che alcuni sacerdoti – abbastanza, abbastanza in numero, ma non in proporzione alla totalità - a farmene carico e a chiedere perdono per il danno che hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini. La Chiesa è cosciente di questo danno. È un danno personale e morale loro, ma di uomini di Chiesa. E noi non vogliamo compiere un passo indietro in quello che si riferisce al trattamento di questo problema e alle sanzioni che devono essere comminate”. Da questa commissione, poi, nel corso degli anni si dimetteranno prima le vittime di abusi da bambini, l’inglese Peter Saunders e l’irlandese Marie Collins, oltre alla psichiatra infantile francese Catherine Bonnet, specializzata nella cura di minorenni vittime di violenze sessuali. Nel 2019 il Papa elimina il segreto vaticano per i processi che riguardano la pedofilia. Tra le altre riforme in materia di giustizia si segnala l’abolizione dell’ergastolo e l’esclusione dal Catechismo della pena di morte.

Papa Francesco si prefigge, inoltre, la volontà di riformare la Curia romana e lo Ior, ma in entrambi i casi si affida a porporati che finiscono nell’occhio del ciclone della magistratura. Nel 2015 monsignor Vallejo Balda e la laica Francesca Immacolata, membri del Cosea9, vengono travolti dall’inchiesta Vatilikeas 2, mentre tra gli 8 cardinali che devono riscrivere la Costituzione Apostolica c’è il cardinale australiano George Pell, arrestato nel 2019 dalla magistratura australiana per stupro. Il Pontefice, infine, è stato criticato per l’eccessivo ecumenismo e per l’amicizia con alcuni esponenti del mondo laico italiano come Eugenio Scalfari, ma soprattutto Emma Bonino, esponente politico che, prima di abbracciare la causa delle Ong e dei migranti, ha promosso il referendum per introdurre l’aborto in Italia. Nel febbraio 2019 ha suscitato notevoli polemiche la firma della dichiarazione sulla Fratellanza universale sottoscritta con l'imam di al-Azhar.

La salute di Papa Bergoglio

Nel luglio 2021, invece, il Papa è stato ricoverato per dieci giorni all'ospedale Gemelli dove è stato sottoposto a un delicato intervento al colon. Nel corso degli anni successivi il Pontefice ha iniziato ad avere sempre maggiori problemi di deambulazione a causa dell'artrosi al ginocchio tanto da usare con sempre maggior frequenza la carrozzina, soprattutto per i lunghi spostamenti. "Si governa con la testa, non con il ginocchio", disse il Papa dopo aver spiegato che la decisione migliore per lui era non operarsi. Nel 2023, poi, ha subìto un intervento di "laparotomia e plastica della parete addominale con protesi" al Policlino Gemelli a seguito di un'occlusione intestinale.

Nei mesi successivi il Papa ha avuto sempre maggiori problemi polmonari e bronchiti più frequenti tanto che nel marzo dello stesso anno viene ricoverato anche per curare un'infezione respiratoria. Il 14 febbraio 2025 viene nuovamente ricoverato al Gemelli sempre per curare una bronchite e vi rimane per 37 giorni consecutivi.

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