Guerra in Ucraina

Adesivi gialli sulle porte di Mosca: scatta la caccia al "traditore"

Adesivi gialli sulle porte di Mosca: sono il segno tangibile che lì abita un "traditore" della patria che vuole raccontare la verità in Ucraina. Ecco cosa succede tra i ribelli al regime di Putin

Adesivi gialli sulle porte di Mosca: scatta la caccia al "traditore"

Chi è contrario al regime dello zar rischia multe, carcere, scherno pubblico, avvertimenti e guai ben peggiori. Tra i tanti nemici interni del Cremlino, compaiono coloro che vogliono, ma non possono, raccontare la realtà dei fatti in Ucraina: i giornalisti. Come si riconoscono? Dall'affissione di alcuni adesivi gialli, come i post-it, all'esterno delle porte dei malcapitati. "Qui vive un traditore", così da informare tutto il condomio ma soprattutto i diretti interessati che da quel momento devono guardarsi le spalle da agguati o chissà cos'altro.

La simbologia degli adesivi e la Z

È quanto accaduto a un giornalista di Kaliningrad contrario all'attacco in Ucraina, Aleksej Milovanov, il quale due giorni fa si è ritrovato questo adesivo appiccicato sulla porta di casa con la scritta in russo di essere un traditore. Come accade nel metodo mafioso, tre soggetti incappucciati hanno fatto la stessa operazione a casa di una collega di Milovanov, Oksana Akmaeva, scesa in piazza un mese fa per protestare contro Putin. "Quando verrà richiesto a tutti coloro che non sostengono questa follia di indossare un adesivo giallo?", ha commentato amaramente il blogger Aleksandr Gorbunov come riportato da Repubblica. Quanto sta accadendo non deve stupire più di tanto: come abbiamo scritto sul Giornale.it, Putin è stato chiaro: "Sputerò come moscerini" gli oppositori interni, sottolineando come ci sia una vera e propria caccia ai traditori, che altro non sono chi la pensa diversametne e chi si oppone allo zar. In un Paese democratico sarebbe fantascienza, in Russia è realtà ancora oggi, nel 2022. "Ogni nazione, soprattutto quella russa, è sempre capace di distinguere i veri patrioti dai bastardi e dai traditori, e sputare fuori questi ultimi come moscerini finiti per sbaglio in gola".

La delazione russa

Ma gli adesivi non sono che la punta dell'iceberg di un mondo sommerso che da quando è iniziato il conflitto sta venendo sempre più a galla: a Krasnodar, un uomo è stato condannato con l'accusa di "discredito delle forze armate" dopo aver sputato sopra la Z russa, "Za pobeda", espressione che vuol dire "per la vittoria" e aver avuto la sfortuna di essere stato ripreso da un automobilista pro-Putin bloccato nel traffico che non ha perso occasione per dimostrare la sua fierezza al regime. Una famiglia di Mosca se l'è vista brutta quando la polizia ha fatto irruzione all'interno di una casa che alle finestre aveva le luci blu e gialle del colore della bandiera ucraina in segno di solidarietà con il popolo di Zelesnky. Si è scoperto che quel luccichìo aveva dato fastidio al vicino di casa che ha chiamato le forze dell'ordine. Ecco la delazione, con la quale si intende una dichiarazione segreta (in pratica sputtanare il prossimo) come tornaconto personale, per far conoscere chi commette un reato o un altro illecito e identificarlo. Nei casi sopra menzionati, i "reati" e gli "illeciti" sono i giornalisti, chi sputa su una lettera e chi mette delle luci colorate alle finestre. Questo è quanto.

La denuncia corre in rete

E a Kaliningrad si sono organizzati su Telegram per stanare tutte le attività che vanno contro la patria e contro il loro comandante. "Se conosci casi di diffusione di fake news, provocazioni, appelli alla violenza e azioni in difesa del nemico, scrivici", si legge in un messaggo. "Garantiamo l'anonimato" è il nome di un altro canale Telegram dove centinaia di persone hanno compilato un elenco di "traditori" con foto, profili social, indirizzi e numeri di telefono ottenendo un "successo": la multa "per discredito delle forze armate" e arresti domiciliari per "disobbedienza verso le autorità" ad un ambientalista accusato di tradire gli interessi della Russia.

Insomma, chi più ne ha più ne metta: ecco la libertà di una terra schiava del proprio zar.

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