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Aereo precipitato in Egitto, si ipotizza una bomba a bordo

Secondo un esperto di intelligence bisogna prendere in considerazione l'ipotesi "non di un collasso meccanico, ma piuttosto di un’esplosione a bordo"

I resti dell'aereo russo che si è schiantato nel Sinai
I resti dell'aereo russo che si è schiantato nel Sinai

La fusoliera dell'Airbus russo, che si è schiantato ieri nel Sinai, si è disintegrata mentre l'aereo della Kogalymavia Airlines era in volo. I frammenti sono distribuiti su un’area piuttosto ampia, circa 20 chilometri quadrati. Secondo un esperto britannico di sicurezza e intelligence, il professor Michael Clarke, direttore del Royal United Services Institute bisogna prendere in considerazione l'ipotesi "non di un collasso meccanico, ma piuttosto di un’esplosione a bordo". Si fa così strada l'ipotesi di un attentato terroristico messo a segno con una bomba.

Sopo avere visitato il luogo dello schianto, il direttore esecutivo del Comitato dell'aviazione russo, Victor Sorochenko, ha spiegato che "la distruzione è avvenuta in aria e i frammenti sono sparsi su una superficie di circa 20 chilometri quadrati". Secondo testimoni l'aereo, un Airbus A-321 della compagnia russa Kogalymavia con il brand Metrojet, era già in fiamme prima di schiantarsi al suolo. L'ex direttore della compagnia aerea, Sergey Mordvintsev, ha detto all'agenzia di stampa Interfax che gli apparecchi della società di questo tipo non hanno mai avuto problemi tecnici. Per Mosca è "ancora presto per trarre conclusioni" sulle cause dell'accaduto. Tuttavia, si fa sempre più strada l’ipotesi "non di un collasso meccanico, ma piuttosto di un’esplosione a bordo". "I primi rapporti dicono che l’aereo si spezzato in due - spiega il professor Michael Clarke - questo suggerisce non un collasso meccanico, ma piuttosto un’esplosione a bordo". Il responsabile del think tank londinese è "molto più incline a credere, dovendo indovinare cosa sia successo a questo stadio dell’indagine, che si sia trattato di una bomba esplosa a bordo più che di un missile lanciato da terra".

La stampa britannica appare da parte sua prudente rispetto alle prime versioni ufficiali, sostenendo che l’ipotesi di un ipotetico attacco terroristico potrebbe non essere gradita alle autorità russe per non sottolineare i rischi dei raid in corso in Siria e ancor meno a quelle egiziane per le quali rappresenterebbe un ulteriore colpo sul fronte della sicurezza in una zona turbolenta, ma vitale per il turismo come il Sinai. Nello stesso tempo c’è chi nota come da Mosca nessuno si sia del resto ancora sbilanciato sulle cause della tragedia di ieri. Il Mail informa intanto che la British Airways non ha per ora deciso di interrompere i sorvoli del nord dell’Egitto, a differenza di altre grandi compagnie.

Ma rivela anche che l’ente britannico per la sicurezza dei voli civili aveva già diramato circa un mese fa un avviso alle compagnie del regno affinchè non volassero a bassa quota sul Sinai centrale.

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