La cancel culture non aveva ancora preso di mira la "filantropia", vero e proprio pilastro della democrazia liberale americana. Nell'era della woke supremacy e dell'ossessione identitaria, tuttavia, tutto è possibile, soprattutto se la filantropia riguarda associazioni conservatrici e di destra. Comer scrive Jeremy D. Tedesco sul Wall Street Journal, infatti, gli americani sono sempre stati liberi di donare a cause senza scopo di lucro in cui credono, ma gli attivisti politici di sinistra sono determinati a limitare tale libertà. Accade che Unmasking Fidelity, una coalizione di gruppi marginali di sinistra, ha recentemente consegnato un elenco di richieste a Fidelity Charitable, che gestisce un fondo attraverso il quale i titolari di conti possono indirizzare i contributi alle organizzazioni no-profit che preferiscono. Secondo il suo sito web, Fidelity Charitable ha distribuito la cifra record 9,1 miliardi di dollari nel 2020.
Donazioni a enti no-profit? Solo se di sinstra
E allora dov'è il problema? Fidelity Charitable finanzia enti no-profit che non sono di sinistra. Nel febbraio 2019, scrive Unmasking Fidelity, abbiamo scoperto che "milioni di dollari del fondo di Fidelity Charitable alimentano gruppi anti-immigrati, anti-musulmani e anti-LGBTQ+. Ci siamo riuniti per formare una coalizione per convincere Fidelity a denunciare il loro sostegno alla violenza dei suprematisti bianchi e dei fascisti". Nella lettera inviata ad Abigail Johnson, amministratore delegato di Fidelity Investments, la coalizione di estrema sinistra esorta la società a "interrompere qualsiasi trasmissione di fondi a gruppi le cui dichiarazioni o pratiche diffamano o attaccano intere classi di persone a causa della loro razza, etnia, religione, origine nazionale, identità di genere o orientamento sessuale". Ovviamente, chi non è degno di ricevere contributi lo stabilisce la coalizione di associazioni di sinistra, secondo la sua visione del mondo.
"Minacciano i nostri valori"
"Le affermazioni e le azioni di queste organizzazioni mettono in pericolo le nostre famiglie e i nostri vicini e minacciano la nostra valori democratici fondamentali" accusa ancora la Unmasking FIdelity. Nell'elenco delle richieste di Unmasking Fidelity c'è quella di rivelare cinque anni di contributi a 10 organizzazioni mirate, tra cui il Family Research Council, Turning Point USA e l'Alliance Defending Freedom. Si tratta di gruppi "pro-vita", conservatori, molti dei quali contrari ai matrimoni dello stesso sesso e a alle rivendicazioni del mondo Lgbtq. Come sottolinea Jeremy D. Tedesco, "tutti dovrebbero opporsi a questa censura. Una cultura filantropica politicizzata, in cui le richieste di un attivista esterno prevalgono sull'intento di un donatore - e persino espongono i donatori a molestie - è pericolosa per persone di ogni estrazione politica". Al contratto, spiega, Fidelity Charitable "dovrebbe mantenere il suo impegno di essere neutrale alla causa" e di "astenersi dal limitare la concessione di sovvenzioni a specifiche organizzazioni fondate su basi politiche, religiose o filosofiche".
Quello di Unmasking Fidelity è un insolito - ma non isolato - tentativo di imporre una filantropia a senso unico, dove le unice associazioni no-profit meritevoli di ricevere donazioni sono di un colore politico rispetto a un altro.
Azioni che, guarda caso, arrivano sempre da "sinistra" e mai dai conservatori. Perché questa è la cancel culture: l'imposizione - anche violenta - di una visione estremamente ideologica del mondo, liberal, progressista e soprattutto "woke".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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