Il 7 ottobre 2004 le ventenni Jessica e Sabrina Rinaudo restano uccise nell'attentato contro l’Hotel Hilton di Taba, in Egitto, che ha fatto 34 vittime. Il 23 luglio 2005 sei connazionali (Sebastiano e Giovanni Conti, Daniela Maiorana, Rita Privitera e le sorelle Paola e Daniela Bastianutti) vengono brutalmente ammazzati negli attentati terroristici a Sharm el Sheikh costati la vita a oltre 60 persone. Il 7 luglio 2005 Benedetta Ciaccia, 32enne romana, muore in uno degli attentati alla metropolitana di Londra. Il blitz al Museo del Bardo a Tunisi non è il primo in cui gli italiani vengono uccisi durante le vacanze.
"Mia moglie non doveva essere lì - urla orenzo Barbero, marito di Antonella Sesino, una degli italiani dispersi - noi turisti possiamo anche non sapere, ma chi organizza questi viaggi deve essere informato: come si fa ad andare a Tunisi il giorno in cui il parlamento approva una legge sul terrorismo?". Il mondo degli operatori turistici guarda sconvolto ai fatti della Tunisia, ripetendo come un mantra che ormai i parametri per definire la sicurezza di un luogo sono veramente labili. Non resta che la speranza che si tratti di un episodio isolato in un Paese che stava dimostrando con i fatti stabilità. La Costa Crociere ha già cancellato tutti gli scali nei porti tunisini: "Saranno sostituiti da scali alternativi che sono in via di definizione". La priorità è garantire la sicurezza di ospiti ed equipaggio.
Il grido di dolore più forte arriva proprio dall'Ente del turismo della Tunisia che proprio in questi mesi si stava impegnando in tante campagne di promozione: "È stata attivata una cellula di crisi". La situazione, però, preoccupa molto Fortunato Giovannoni, presidente della Fiavet. La Tunisia era considerata una delle mete più tranquille del mondo arabo. "Se non si è più sicuri nemmeno nel mondo delle crociere, dove i turisti scendono per sole 4-5 ore... - spiega - per l’agente di viaggi, ormai, la sicurezza dei luoghi sta diventando la condizione di scelta delle mete. Ora la speranza è che il turismo ne risenta il meno possibile, ma mi sembra impossibile".
Purtroppo i turisti, se vogliono viaggiare, devono imparare a convivere con queste tragedie. "Questa è l’ennesima riprova che non c’è una formula o un perimetro attraverso cui definire la sicurezza o l’insicurezza di un luogo - spiega Luca Battifora, presidente di Astoi Confindustria Viaggi - un attentato in Tunisia, un luogo che non presentava segnali di instabilità o pericolo e su cui la stessa Farnesina riportava notizie confortanti, ci fa rimanere con la stessa sensazione provata davanti all’attacco di Parigi". Nelle prossime ore gli operatori turistici si aspettano un’immediata reazione emotiva e, quindi, una valanga di disdette. Che, solitamente, frenano nelle 24-48 ore successive all’evento, quando appare evidente come un episodio così isolato non possa essere un fattore di rischio in un paese che stava dimostrando nei fatti una stabilità e quindi debba essere considerato con la stessa logica di eccezionalità di quello accaduto a Parigi appunto.
Come spiega il direttore nazionale di Federviaggio Francesco Sottosanti, ci sono zone del mondo che da sempre erano mete turistiche per la bellezza dei luoghi e la vicinanza all’Italia e che ora stanno diventando sempre più impraticabili. La Tunisia e l'Egitto, in primis. "Anche il geoturismo cambia - spiega Sottosanti - perché deve trovare delle contromisure, deve trovare delle mete dove il turista possa fare il turista e non la vittima".
Dal Libano alla Tunisia, ormai, non c’è nazione che sia scevra da notizie allarmanti e preoccupanti. "E a anche noi - dice Sottosanti - siamo assaliti da preoccupazioni umane, geopolitiche e in ultima analisi anche di business".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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