L’Austria ha scelto di premiare la linea del suo giovane ministro degli Esteri, che ora si prepara a diventare il più giovane capo di governo di tutta Europa. Macron, a confronto, è già vecchio. A soli 31 anni, infatti, Sebastian Kurz, l’enfant prodige dell’Övp, ha convinto gli austriaci a suon di leggi contro il burqa e minacce di inviare i carri armati al Brennero. E ora pensa già al prossimo esecutivo che dovrà guidare. "Ovviamente vorrei formare un governo stabile”, ha detto ieri Kurz, che prevede di dialogare con tutti i partiti che sono entrati in Parlamento. “Ma se non si potrà farlo, ci sono altre opzioni", ha chiarito il leader dei cristiano sociali ai microfoni dell’emittente austriaca Orf, alludendo alla possibilità di poter formare un “governo di minoranza”.
Ma se la vittoria di Kurz è già blindata, per capire chi sarà il secondo partito più votato tra i socialdemocratici del cancelliere uscente Christian Kern, o l’ultradestra dell’Fpö, bisognerà attendere lo scrutinio dei voti per corrispondenza. L’esito ufficiale delle elezioni anticipate per il rinnovo del Nationalrat, infatti, si conoscerà solo giovedì, quando saranno conteggiati anche i voti per posta. Proprio i 750mila voti espressi per corrispondenza saranno determinanti in questo senso. Dai dati delle proiezioni, infatti, Spö ed Fpö sarebbero testa a testa, divisi soltanto da 0,9 punti percentuali. Un nulla, se si considera che il margine di errore è dello 0,8. L’attribuzione del secondo posto è, quindi, ancora in bilico.
Per ora, quello che è certo è che l’estrema destra dell’Fpö può già vantare un doppio successo. Pur non avendo eguagliato il risultato record del 26,9% ottenuto dal partito nel 1999 sotto la guida di Jörg Haider, il partito di Heinz-Christian Strache è cresciuto di 5,5 punti percentuali rispetto alle legislative del 2013. In secondo luogo, con la svolta a destra dell’Övp, voluta da Kurz proprio per arginare la crescita dei nazionalisti che fino a qualche mese fa erano in testa nelle intenzioni di voto, l’estrema destra è riuscita ad orientare tutto il dibattito della campagna elettorale sui suoi cavalli di battaglia: Islam e immigrazione. Per questo, ieri, Strache, definendo "un grande successo” il risultato ottenuto, ha detto ai giornalisti dell'Orf che “circa il 60% della popolazione austriaca ha votato per il programma dell'Fpö".
Deludente, al contrario, il piazzamento dei socialdemocratici, che, sebbene siano leggermente avanti, per ora, rispetto ai nazionalisti, non hanno guadagnato consensi nonostante l’Spö fosse il partito del cancelliere uscente. La formazione di estrema destra, quindi, potrebbe essere l’ago della bilancia per la formazione del nuovo governo e, per la prima volta dopo oltre un decennio, potrebbe tornare ad essere parte di un esecutivo. Ma per ora, gli occhi sono puntati sull’esito del voto per posta. Con la mente ad un precedente. Quello del 22 maggio del 2016, che portò a ripetere il ballottaggio per le elezioni presidenziali a causa di irregolarità presenti nella chiusura delle buste. Alcuni plichi, infatti, giunsero aperti perché la colla non aveva tenuto. All’epoca fu il candidato presidente dell’Fpö, Norbert Hofer, a fare ricorso. La Corte Costituzionale di Vienna gli diede ragione e il ballottaggio fu ripetuto il 4 dicembre dello stesso anno.
Ad avere la meglio rispetto ad Hofer fu comunque il verde Alexander Van Der Bellen. Il suo partito, però, in questa tornata elettorale, non è neppure riuscito a superare la soglia del 4%, necessaria ad entrare in Parlamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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