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Banche, sanzioni e gas: mossa a tenaglia dell'Occidente su Mosca

La Germania sospende il Nord Stream 2. Mario Draghi è in contatto per un pacchetto di sanzioni con i partner europei. Pronte le misure di Stati Uniti e Regno Unito

Banche, sanzioni e gas: mossa a tenaglia dell'Occidente su Mosca

Il meccanismo delle sanzioni contro la Russia inizia a muoversi. Stati Uniti, Regno Unito, Norvegia e Unione Europea provano a seguire una linea comune sulle misure con cui condannare il gesto di Vladimir Putin, che nella notte di lunedì ha riconosciuto le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk e ha attivato la conseguente missione di "peackeeping".

Per Mosca si tratta di misure che in ogni caso erano già state preventivate. Putin ripete da diverso tempo che il pacchetto per condannare la Federazione Russa era pronto e sarebbe scattato a prescindere dall'intervento o meno in Ucraina. E questo faceva in parte già capire non solo le reali intenzioni del presidente russo, ma anche la capacità dissuasiva di queste sanzioni, che il più delle volte rischiano di apparire armi "spuntate". La minaccia, in effetti, non è bastata a limitare l'azione del Cremlino e ad evitare l'ultima escalation. E questo in qualche modo pesa anche sulla percezione delle misure successive all'incursione delle truppe russe, specie per un Paese che, come una "fortezza", ha già predisposto delle contromisure che evitino sussulti della propria economia.

Ieri sera, alla notizia del riconoscimento delle due repubbliche, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva confermato la volontà di Washington di sanzionare Mosca. E oggi la Casa Bianca ha ribadito di essere pronta a firmare il decreto con cui lanciare la sua "punizione" sul conto del Cremlino. Dello stesso avviso Londra che ha già attivato le prime sanzioni personali e finanziarie. E così anche l'Ue, che come riferito dall'Alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell, "risponderà con urgenza a queste ultime violazioni con misure restrittive aggiuntive" che andranno a colpire "le relazioni economiche con le aree controllate da organizzazioni non governative" e "persone ed entità responsabili di minare l'integrità territoriale dell'Ucraina". Bruxelles, ha detto Borrell, è pronta "ad adottare rapidamente sanzioni politiche ed economiche di più ampia portata".

Le sanzioni Ue

Finito il Consiglio Ue Affari esteri straordinario, Borrell ha parlato del pacchetto di sanzioni che l'Unione ha varato all'unanimità. "I 351 membri della Duma russa che hanno votato a favore di questa violazione della legge internazionale e dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Ucraina saranno nella nostra lista delle sanzioni" ha annunciato l'Alto rappresentante. Borrell ha poi continuato: "Colpiremo 27 individui ed entità che hanno ruolo nel minare o minacciare l'integrità territoriale, la sovranità dell'Ucraina e la sua indipendenza".

Secondo il capo della diplomazia europea, "queste persone ed entità sono suddivise nelle seguenti aree: i responsabili di minacciare l'Ucraina, le entità che sostengono finanziariamente o materialmente; chi nel settore della Difesa sta giocando un ruolo nelle azioni di destabilizzazione e coloro che sono impegnati in questa guerra di disinformazione". A questi gruppi si aggiungono le "banche che stanno finanziando i decisori russi in questi territori. Colpiamo inoltre i rapporti commerciali con i territori dei separtisti, esattamente come facemmo con la Crimea". Colpiti inoltre il finanziamento di governo e Stato russi "limitando l'accesso al loro debito sovrano al nostro mercato finanziario".

Il problema dell'energia

Il tema principale resta la questione energetica. Per adesso le misure vengono definite da alcuni analisti come "chirugiche", e cioè in grado di colpire banche o operazioni commerciali e finanziarie nei territori in cui sono presenti le forze armate russe. Ma in ogni caso appaiono delle mosse dure quanto estremamente circoscritte, quasi a evitare la rottura del tavolo delle trattative e anche misure che condannino le imprese prima di tutto dei Paesi occidentali. Altre sanzioni hanno l'obiettivo di colpire personalità e organizzazioni collegate all'agenda estera di Mosca. Londra, per esempio, ha colpito direttamente Igor Rotenberg, Boris Rotenberg e Gennady Timchenko, tre imprenditori russi. Tutte persone che giò ruotavano intorno alla black list del Regno.

Tuttavia, il nodo centrale rimane chiaramente il gas, di cui l'Europa è importatore e che da sempre è il vero asse strategico su cui ruota la geopolitica russa e quella del continente europeo.

La Germania, come mossa che ha sancito un riavvicinamento a Washington ma anche un avvertimento abbastanza netto verso Mosca, ha sospeso l'autorizzazione al gasdotto Nord Stream 2, l'infrastruttura strategica che collega i giacimenti russi a Berlino evitando i Paesi dell'Europa orientale e sfruttando invece i fondali del Baltico. Lo stop non è definitivo, e il quotidiano tedesco Spiegel ha già svelato che questo "congelamento" del gasdotto era pronto da diversi mesi. Il ministero dell'Economia ha chiesto all'agenzia federale competente di ritirare il giudizio positivo al progetto, ma non si tratta di un decisione a lungo termine.

La mossa tedesca non è indolore. Con quell'infrastruttura di 1230 chilometri e dalla capacità di 55 miliardi di metri cubici di gas all'anno, Berlino blinderebbe la sua posizione di hub del gas europeo e sancirebbe di fatto un asse con Mosca già dimostrato anche dai legami anche personali con Gazprom, il colosso russo dell'energia. La scelta del governo di Olaf Scholz è stata particolarmente apprezzata dagli Stati Uniti, tanto che la Casa Bianca ha ribadito che "il presidente Joe Biden aveva chiarito che se la Russia avesse invaso l'Ucraina, avremmo agito con la Germania per garantire che Nord Stream 2 non andasse avanti". "Siamo stati in stretto contatto con la Germania per tutta la notte e accogliamo con favore il loro annuncio", ha twittato la portavoce, Jen Psaki. Ma è chiaro che il significato profondo di questa sanzione, che di fatto è anche verso se stesso, implica per la Germania il tentativo di riportare Putin a più miti consigli mostrando uno dei danni più gravi che potrebbero essere inferti all'agenda del Cremlino. Lo stesso Borrell ha sottolineato in conferenza stmapa l'importanza, per Bruxelles, dell'annuncio tedesco sul Nord Stream 2.

Condanna unanime

La condanna alla Russia, almeno in queste fasi, sembra in ogni caso aver compattato un'Europa che ai blocchi di partenza parte molto divisa sul tema delle sanzioni. Per ora misure circoscritte e che tendono a essere anche accettate da tutti i Paesi, anche da quelli meno propensi a colpire pesantemente Mosca.

Sotto questo profilo, è importante sottolineare la netta condanna da parte del premier italiano, Mario Draghi, alla mossa di Putin in Ucraina. Il presidente del Consiglio aveva più volte ribadito la necessità che le sanzioni non intaccassero le forniture energetiche. In questo mostrando una linea improntata alla moderazione molto simile a quella voluta dalla Germania. Ma le parole di oggi sulla "inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell'integrità territoriale dell'Ucraina" segnano che l'Italia non vuole rimanere ferma di fronte a quanto accade in Ucraina orientale. Il premier, da palazzo Spada, ha detto che "la via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell'ambito dell'Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia".

Ma la strada delle sanzioni rischia di essere un terreno scivoloso se il Cremlino ha pronte le contromosse mentre Bruxelles no.

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