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Blitz nella notte: assassinato il presidente di Haiti

Nell'agguato è rimasta uccisa anche la consorte di Jovenel Moise: in corso le indagini

Blitz nella notte: assassinato il presidente di Haiti

Jovenel Moise, presidente di Haiti, è stato ucciso a seguito di un blitz effettuato da sconosciuti all'interno della propria abitazione privata nel cuore della capitale Port-au-Prince.

A dare la notizia tramite un comunicato ufficiale diffuso nella mattinata di oggi, mercoledì 7 luglio, è il primo ministro ad interim Claude Joseph. Le indagini da parte degli inquirenti sono tuttora in corso, pertanto risultano al momento ancora pochi i dettagli sulla vicenda: stando a quanto trapelato fino ad ora, gli autori dell'omicidio sarebbero degli uomini ispanofoni. Introdottisi nella residenza privata del presidente di Haiti intorno all'una del mattino, gli assassini avrebbero freddato il loro obiettivo con dei colpi di pistola, ferendo mortalmente anche la first lady Martine: quest'ultima è spirtata dopo il ricovero in ospedale, stando a quanto riferito da HaitiLibre.

"Hati è sotto il controllo delle forze di polizia e di sicurezza", ha dichiarato il primo ministro ad interim con il chiaro intento di invitare i propri concittadini a mantenere la calma. "Verranno prese tutte le misure necessarie per il garantire la continuità della Stato e per proteggere la nazione", ha quindi aggiunto Claude Joseph. "Condanniamo questo atto d'odio, inumano e barbaro".

Negli ultimi tempi ad Haiti si erano registrati episodi di insofferenza nei confronti del presidente, tanto che qualcuno aveva parlato anche di un elevato rischio di guerra civile. Il 53enne Jovenel Moise, 42esimo presidente di Haiti, era stato eletto nel novembre del 2016 ed aveva preso il controllo del paese solo dal febbraio del 2017. Il governatore sosteneva che il suo mandato sarebbe dovuto scadere il prossimo anno, mentre i suoi oppositori ritenevano che il termine fosse già stato raggiunto nel febbraio del 2021. Nel suo conteggio, infatti, Moise non includeva il primo dei cinque anni di mandato previsti, a causa del fatto che in quel periodo venne formato un governo ad interim a causa delle contestazioni insorte dopo il risultato elettorale. Inutile rivolgersi alla Corte Suprema, che aveva dato torto al presidente sostenendo l'illegittimità delle sue pretese e scatenando la sua reazione: "Non sono un dittatore", continuava a ripetere Moise ai suoi accusatori. La sua posizione restava, tuttavia, molto controversa, anche a causa della gestione, a lui attribuita, di alcune gang che controllavano con l'uso della violenza parte del territorio di Haiti.

Territorio che da oramai due anni a questa parte era amministrato tramite l'emanazione di decreti presidenziali, con il governatore che aveva di fatto esautorato il parlamento, prendendo il controllo assoluto del Paese. Per le sue posizioni fortemente anti-venezuelane, il presidente aveva spesso ricevuto l'appoggio degli Usa, nonostante la forte opposizione degli haitiani residenti negli States.

Stato d'assedio e reazioni

Nel frattempo il primo ministro ad interim ha dichiarato ufficialmente lo stato d'assedio nel Paese, dopo aver presieduto lui stesso un Consiglio dei ministri straordinario. Claude Joseph ha diffuso la notizia alla popolazione attraverso un comunicato in diretta televisiva, nel quale è apparso al fianco di alcune autorità , tra cui lo stesso capo della polizia Leon Charles.

Il governo dell'Argentina ha condannato apertamente l'assassinio di Jovenel Moise attraverso un comunicato ufficiale diramato dal ministero degli Esteri. "Il nostro paese riafferma la sua solidarietà con il popolo haitiano e condanna qualsiasi tipo di violenza", si legge nella nota riportata da Nova. Il capo della Repubblica Dominicana Luis Abinander, ha invece deciso di chiudere la frontiera con Haiti. Il presidente, stando a quanto riferito dai media locali, ha convocato d'urgenza gli alti vertici militari per determinare misure preventive finalizzate a proteggere il proprio Paese, specie in vista di possibili disordini al confine con Haiti.

"Un crimine orribile", è invece il commento degli Stati Uniti d'America. "Siamo pronti per fornire tutta l'assistenza necessaria", ha dichiarato una portavoce della Casa Bianca ai microfoni della Cnn. "Stiamo ancora raccogliendo dettagli.

E, naturalmente, la nostra ambasciata e il Dipartimento di Stato saranno in stretto contatto", ha concluso.

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